La Chiesa di San Pietro in Vinculis, interessante esempio di architettura religiosa della Napoli medievale, è ubicata nel quartiere napoletano Porto. L’impianto è a navata unica voltata a botte, con tre cappelle laterali e sagrestia.
La prima testimonianza di questo sito religioso risale al 988 e fa riferimento a un documento in cui si attesta la presenza di una chiesa con una Congregazione, sita nella via detta dei Mercanti. L’antica architettura sorgeva, dunque, ai piedi della collina di Monterone, nella zona che Capasso colloca tra Via Sedile di Porto, Via di Maio di Porto e via Mezzocannone. Nel XV secolo l’edificio fu oggetto di grandi trasformazioni, e, infatti, nel 1452 la chiesa, ebbe un restauro significativo diretto dall’architetto e scultore Angelo Aniello Fiore, maestro di Giovanni da Nola. Ottant’anni dopo questo completo rinnovamento il rettore Brisegna concesse il patronato della chiesa al grammatico napoletano Giovanni Lucio Scoppa, con la possibilità di adibirla, a prima scuola di grammatica pubblica laica. Nel 1543 al rinnovamento funzionale si associarono numerosi restauri, attestati da un’iscrizione posta a destra dell’altare maggiore. La terza trasformazione si ebbe nel XVII secolo con l’arrivo della Congregazione degli Speziali e Aromatari che, subentrati dopo Scoppa, continuarono il progetto umanitario educativo del grammatico comprando nuove case da includere nella scuola dedicata a San Pietro e Santa Scolastica. Al 1692, nonostante la pestilenza del 1656, la scuola fondata dallo Scoppa si ingrandì e rinnovò. Nell’Ottocento in occasione delle modifiche degli statuti, i confratelli supportarono i lavori di restauro resi necessari dai danni causati dall’umidità proveniente dal sottosuolo. Tuttavia, nonostante gli sforzi, la scuola fu chiusa nel 1843, mentre la chiesa continuò la sua attività di culto fino agli anni Ottanta, dopo il terremoto.
La chiesa di San Pietro in Vinculis versa oggi in uno stato di abbandono e degrado, tanto delle finiture, che delle parti portanti. Completamente in disuso, l’edificio presenta all’esterno una facciata con intonaci e stucchi affetti da fenomeni di deposito superficiale, distacco, disgregazione e lacune. Per la mancanza di manutenzione si riscontrano nel sagrato, sottoposto per l’innalzamento stradale risalente al Risanamento, la presenza di vegetazione infestante e, all’interno, dissesti strutturali dovuti alla soprelevazione per abitazioni poggiante direttamente sull’estradosso della volta.