La chiesa di San Tammaro sorge a nord dell’abitato di Casaluce, in posizione isolata, in una zona di campagna. Poco distante, immersi nella vegetazione, si trovano i ruderi di quello che nella tradizione popolare è ritenuto un antico castello. Per le caratteristiche rurali che ancora li contraddistinguono, i due edifici sembrano essere parte di una tipica masseria a corte e sono in effetti ciò che resta dell’antico casale di Popone, nome con cui ancora oggi è conosciuta questa località. Alcuni studiosi fanno risalire la nascita dell’antico centro di Popone ad epoca greca, come colonia dei cumani. Il più antico documento nel quale viene menzionato il casale risale solo all’Altomedioevo, nel X secolo. Nel corso dei secoli il piccolo abitato divenne feudo e conobbe diversi proprietari, contando però sempre una comunità piuttosto ridotta. Il declino di Popone ebbe inizio nel 1813, quando, a causa di una pestilenza, fu completamente spopolato dagli abitanti e trasformato in lazzaretto. Il culto di San Tammaro fu invece introdotto nel villaggio nel 1087, probabilmente dai Benedettini, notoriamente impegnati nella costruzione di cappelle rurali, per incentivare, dopo la pace tra i Longobardi e i Bizantini, la nascita di nuovi nuclei di aggregazione dediti all’attività agricola. L’obiettivo era quello di recuperare la produttività delle campagne, lungamente abbandonate per le frequenti scorrerie degli eserciti di conquista. La chiesa dunque sarebbe stata edificata intorno ai secoli IX e X, come riportato nella “Chronica Monasteri Sacti Benedicti Casinensis”. Essa funzionò con il titolo di Prepositura fino al Cinquecento. Tuttavia, poiché Popone non riuscì mai ad essere una comunità consistente dal punto di vista demografico, alla fine di quel secolo, nell’ambito della riorganizzazione delle parrocchie ordinata dal Concilio di Trento, la Prepositura venne incorporata con quella di Santa Maria ad Nives della vicina Casaluce. La chiesa, attualmente chiusa e abbandonata, si presenta con un’unica navata, con cappelle laterali e parte presbiterale a terminazione rettilinea. La facciata è divisa in due ordini, sormontati da un timpano dotato di una piccola apertura circolare nel vertice. Al primo ordine si trova un semplice ingresso rettangolare, affiancato ai lati da due nicchie con resti di affreschi. Nel secondo ordine, in asse col portale di ingresso, è collocata una finestra, anch’essa di forma rettangolare. Le linee della chiesa sono semplici e prive di decorazione.