Il Monastero del Carmine ad Aversa è situato in una piccola piazza nei pressi di via Abenavolo, in un’area esterna alle antiche mura della città. Il primo nucleo dell’edificio coincideva con alcuni locali di proprietà di un certo Egidio De Mustarola, donati da questo, nel 1315, ai padri Carmelitani, da poco giunti in città. Nel corso dei secoli questo nucleo originario fu in più occasioni ampliato e trasformato, e, a seguito dei danni provocati dagli eventi sismici, fu oggetto di importanti interventi anche dal punto di vista strutturale. Nel 1746 gravi condizioni statiche e di degrado spinsero i monaci ad avviare un importante progetto di rinnovamento dell’intero complesso, che vide la demolizione della vecchia fabbrica medioevale e la ricostruzione di un moderno edificio conventuale.
I lavori, avviati con Maggi e proseguiti con lo Sciarretta, prima, e con Pasquale Vitale, poi, diedero alla chiesa ed al complesso l’assetto ancora oggi leggibile. La chiesa ha un impianto a croce latina, con unica navata, dilatata in orizzontale, e cappelle laterali, alternate a confessionali. I prospetti interni sono scanditi da paraste su cui corre un architrave, che riprende con il suo andamento tutte le sporgenze degli elementi architettonici sottostanti. La navata è coperta da una volta a botte lunettata mentre sul presbiterio si imposta la cupola che, con i suoi 150 palmi di altezza, è la più alta tra quelle delle chiese presenti in città.
La facciata, si mostra severa nel suo impianto e nelle sue partiture. Costruita su due registri, scandita da lesene binate, culmina con un frontone curvilineo e dà accesso a un atrio, li giustapposto per attenuare la percezione longitudinale della struttura.
Numerosi furono i tentativi di restauro e di riuso nel 1849, nel 1851, nel 1857. Nel corso del Novecento il complesso ha ospitato il distretto militare e una scuola di cui sono ancora ben visibili le tracce. Ripristinata la funzione conventuale, ai carmelitani si sostituirono poi gli agostiniani, che rimasero all’incirca fino agli anni settanta. È da allora che il complesso monumentale è abbandonato ed ha subito furti ed atti vandalici. All’interno quasi nulla è rimasto delle ricche finiture e degli arredi che impreziosivano lo spazio.

