Il monastero di S. Biagio sorge nell’area nord del centro storico di Aversa. La sua fondazione risale all’XI secolo ed è attribuita alla principessa normanna Aloara, o, secondo altre fonti, a Donna Riccarda, sorella di Riccardo I, Principe di Capua e Conte di Aversa. Il Cartario di San Biagio indica che un primo nucleo del complesso era già esistente nel 1043, in un’area esterna alle mura cittadine, nelle vicinanze di un preesistente castello. L’edificio venne incluso all’interno della città solo nel 1382, quando, con la costruzione del nuovo giro di mura, fu aperta la porta di S. Sebastiano, in seguito detta di S. Biagio. Tra il XII ed il XVI secolo il monastero crebbe di importanza, anche grazie al cospicuo patrimonio acquisito attraverso le doti monacali o gli atti di donazione. Alcuni lavori di ristrutturazione interessarono la fabbrica a partire dal 1616, con la costruzione di un nuovo dormitorio, posto a nord del complesso esistente, e della nuova chiesa. Nel 1700 il monastero divenne un centro religioso molto importante, meta di pellegrinaggi anche da altre regioni, e fu ampliato e arricchito di molte opere d’arte. Nel 1806 fu soppresso dal governo francese regnante a Napoli e nel 1860, per effetto delle leggi post-unitarie, divenne proprietà del Demanio. Nonostante ciò, le monache, anche se in numero sempre più ridotto, per il forte calo di vocazioni, non lo abbandonarono mai. Nel 1943, durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale, il complesso subì gravi danni, con il crollo delle ali settentrionali, dell’alta torre campanaria, e la distruzione di alcuni pregevoli dipinti di Nicolò Malinconico e di Battistello Caracciolo che adornavano la controsoffittatura della chiesa. Gertrude Parisi, badessa dal 1952 al 1986, provvide a restaurare l’intero edificio, lasciando però i corpi di fabbrica nord-occidentali allo stato di rudere.
Il complesso monastico è costituito dal Chiostro vecchio in stile barocco, con resti delle primitive forme romaniche, il Chiostro piccolo, la Rettoria e la Foresteria. Dell’assetto romanico originario non resta che il pronao che precede la chiesa, diviso in sei campate coperte con volte a crociera.
Quest’ultima, a navata unica, presenta sei cappelle laterali per lato, che contengono altari policromi e dipinti di grande interesse artistico. Assai caratteristico il pavimento della navata e del presbiterio formato da maioliche dell’inizio del settecento, opera della bottega napoletana dei Giustiniani.

