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CHIESA SUSSIDIARIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

CHIESA SUSSIDIARIA DI SAN GIOVANNI BATTISTA

Indirizzo: Regione San Giovanni
Comune: Vespolate
Provincia: Novara
Regione: Piemonte
Architettura / Chiesa

Le prime notizie della chiesa – attualmente situata appena fuori dal centro abitato – risalgono ai documenti del 1024 relativi alla donazione di Pietro III (Vescovo della diocesi dal 993 al 1032 d.C.) in favore del Monastero di San Lorenzo in Novara. Una più antica menzione potrebbe essere quella di un documento del 1009, relativo alla permuta di beni tra Pietro III e tal Vario del fu Grosone. Nel 1132-33, quando è nominata in una Bolla di Papa Innocenzo II, l’edificio è descritto come “pieve” da cui dipendevano undici cappelle distribuite nel basso novarese e in parte della Lomellina. La chiesa di San Giovanni risultava essere il riferimento territoriale per la celebrazione dei sacramenti (in particolare del battesimo) e nelle “Consignationes” del 1347.

Nel 1361 – durante la guerra tra Galeazzo Visconti e Giovanni II, Marchese del Monferrato – la chiesa, allora a tre navate, venne gravemente danneggiata e ne fu completamente distrutto il battistero: risalgono al secolo successivo i lavori di ricostruzione dell’abside (anch’esso andato quasi completamente distrutto) e gli affreschi sulle pareti interne. Tuttavia è proprio in questo periodo che le funzioni religiose iniziarono a svolgersi nell’oratorio di Sant’Antonio, situato al centro dell’abitato e quindi più comodo per i fedeli, togliendo alla pieve di San Giovanni il titolo di parrocchiale.

Nell’anno 1590, durante la visita del vescovo Cesare Speciano, la chiesa doveva già versare in cattive condizioni. Dalle descrizioni emerge comunque che l’edificio era ancora a tre navate con i tetti in coppi (tranne la navata meridionale che era coperta da lastre), che aveva due porte di accesso (una in facciata e l’altra a sud), una torre campanaria distrutta e che era circondato – a nord, sud e ovest – da un cimitero.

Nel corso del XVII secolo furono eseguiti alcuni lavori di consolidamento e venne eretto il nuovo campanile (probabilmente nel 1680), ma risalgono al ‘700 gli interventi più radicali che includevano l’abbattimento delle navate laterali, la realizzazione della sagrestia e di una cappella-ossario a ridosso del campanile (ove fu riposta parte delle ossa esumate dal cimitero che cessò così di esistere), e la soprelevazione del tetto compiuta nel 1728.

La facciata della chiesa di San Giovanni Battista fu poi oggetto di rifacimento nel 1849, mentre il suo impianto planimetrico – nel rilievo del catasto Rabbini (1968) – confermava quello attuale.

Nel 1956, su disegno dell’architetto Alfredo Rosati, furono rifatti soffitto e pavimento in cotto, venne rimossa la cancellata in legno dell’altare e demolito il portichetto barocco esistente sul lato nord (non riscontrabile nelle planimetrie del Catasto Rabbini). Si decise inoltre l’abbattimento della “casa dell’eremita”, un edificio a due piani addossato al retro della chiesa (non rilevato però dal Catasto Rabbini), responsabile di causare umidità agli affreschi dell’abside, rimettendone così in luce la decorazione ad archetti pensili. In sostituzione fu edificato un nuovo stabile a lato della chiesa, ad opera della Cooperativa muratori di Vespolate, tutt’ora esistente e in stato di grave abbandono.

Di fronte alla chiesa si trova oggi una piccola area verde, dove nel 1958 fu eretto un cippo con una statua raffigurante il santo patrono.

Internamente la chiesa conserva alcuni affreschi perlopiù databili al XIV e XV secolo, ma sono visibili in più punti anche alcuni tratti della decorazione duecentesca. Di particolare pregio è l’ancona fittile posta sopra l’altare che raffigura una Madonna in trono con Bambino benedicente, un offerente (forse un Cavallazzi feudatario locale), San Giovanni Battista, San Gaudenzio, San Francesco d’Assisi e San Giovanni Evangelista. Altri pregevoli affreschi, ormai in stato di grave degrado, si trovano all’esterno dell’edificio in corrispondenza delle navate laterali abbattute nel corso del XVIII secolo.

Particolarmente interessanti sono poi le numerose incisioni popolari che ricoprono i muri interni e gli affreschi, risalenti ad un periodo compreso tra l’inizio del XVII secolo e la prima metà del XX secolo. Molte di queste scritte sono state probabilmente lasciate dagli eremiti che abitavano nella casa retrostante.

Proprietà: Persona giuridica privata senza fini di lucro
Dettaglio proprietà: Persona giuridica privata senza fini di lucro
Regime tutela: Provvedimento Espresso
Dettaglio provvedimento: Not. Min.del 26/05/1908
Stato di conservazione: Pessimo
Ambito cronologico secolo: XI secolo