La chiesetta di Ospitale è stata eretta nel 1226 sul confine nord del territorio di Ampezzo. Qui sorgeva fin dal XI secolo un ospizio dove sostavano i viandanti, i pellegrini e coloro che percorrevano questa importante strada trasportando le merci da Venezia alla Germania e viceversa. Non è privo di significato il fatto che la chiesetta di Ospitale sia stata dedicata a San Nicolò, venerato nell’area alpina quale protettore dei viandanti.
Anche se nel XVI secolo è stata in gran parte riedificata con l’aggiunta dell’abside semiottagonale con volta a nervature, la chiesa conserva ancora l’originario impianto duecentesco ad unica navata. L’interno, con copertura a capriate a vista nella navata, e con il pavimento in assi di larice, si presenta oggi essenziale, raccolto e molto accogliente. Durante le chiusure, a seguito delle riforme giuseppine del 1781 e durante la I Guerra Mondiale, la chiesa venne spogliata e saccheggiata con la conseguente scomparsa di molti arredi.
La presenza di lacerti di decorazione a finto marmo, visibili sia negli strombi delle piccole monofore sia nella parte inferiore delle pareti della navata, è indizio di una zoccolatura policroma dei secoli XIII e XIV che poteva accompagnare un ciclo pittorico ad affresco oggi scomparso. Sulle pareti intonacate della navata sono poi leggibili numerose iscrizioni a pennello ocra che riportano acrostici, monogrammi, croci a doppia traversa e datazioni tardo cinquecentesche.
Una importante testimonianza, non solo storica ma anche quale contributo alla storia dell’arte di quest’area alpina, sono gli affreschi della facciata, oggi staccati e posti all’interno, databili all’inizio del XV secolo. Si tratta di tre riquadri incompleti ma ancora leggibili: “San Cristoforo”, “Madonna col Bambino e San Nicolò”, “San Nicolò salva i mercanti mentre stanno per naufragare”, “San Nicolò mentre getta la dote alle tre ragazze povere” e “Sant’Antonio Abete”. Il ciclo è opera di un pittore locale, attivo tra la fine del ‘300 e l’inizio del ‘400 che, pur affiancando elementi architettonici a figure trattate volumetricamente, non riesce a creare uno spazio unitario.
Alla fine del XVI secolo è poi databile le “Crocefissione” ad affresco che si trova nell’abside dove è rappresentata anche la chiesa di Ospitale; sulle vele sono inoltre leggibili gli stemmi della Regola Alta di Laureto e del Capitano del castello di Botestagno che nel 1572 si incaricò dell’ampliamento della chiesa. Nel 1625 vennero infine consacrati gli altari: uno dedicato a San Nicolò, tuttora esistente, e gli altri, scomparsi, dedicati ai santi taumaturghi Biagio e Antonio Abate, che divennero i compatroni della chiesa. Sull’unico altare rimasto si trova oggi una pala di scuola tedesca databile al XVI secolo, caratterizzata dal prezioso decorativismo e dall’attenzione posta nella resa dei materiali.
La struttura presenta evidenti segno di degrado nelle facciate esterne specialmente in quelle a ridosso della strada. In generale la Chiesa risulta ben conservata ma la parte esterna anche a causa del clima rigido e del forte innevamento presenta alcuni elementi di distacco degli intonaci. All’intero invece gli elementi sono in un buono stato di conservazione ad esclusione dell’altare, costruito negli anni ’20 ad imitazione dell’altare originale trafugato dagli austriaci, che presenta diversi elementi di distacco della doratura e di altri elementi decorativi.
All’interno del piccolo campanile a vela è presente una campana in bronzo del XVI sec., probabilmente proveniente dal castello di Botestagno, che presenta diversi elementi di degrado.