Tra i numerosi interventi costruttivi legati alla realizzazione di circuiti difensivi, le testimonianze materiali meglio conservate riguardano il circuito murario spagnolo, in particolare il tratto lungo l’attuale via Mura del Carmine, che si estende per circa 700 metri. Questo tratto conserva quattro torri di forma quadrangolare e il fortino di Sant’Antonio, situato nell’angolo nord-occidentale, recentemente sottoposto a un restauro conservativo.
Alla piena età aragonese si può circoscrivere la realizzazione dell’ultimo circuito murario della città di Barletta, che racchiude a ovest il Borgo San Giacomo, dove si trovavano alcuni conventi e ospedali, e il convento di Sant’Agostino, lasciando invece all’esterno il Borgo di San Antonio Abate a sud e il Borgo di San Vitale, esteso a sud-est e a est. Entrambi i borghi subirono ingenti danni e importanti destrutturazioni a seguito degli eventi bellici franco-spagnoli del 1528 e della successiva saccomannatio ad opera di Renzo da Ceri, che causò una netta cesura nell’impianto urbano della città.