La colonia, progettata nel 1938 dall’Ufficio Tecnico della Montecatini con la collaborazione dell’architetto Eugenio Faludi, si estende su un’area di circa 6 ettari, all’interno della pineta di Cervia. L’inaugurazione ufficiale avvenne il 24 agosto 1939.
La Seconda guerra mondiale cambiò subito la destinazione d’uso di quell’edificio che, già nel settembre del 1940 era diventato ospedale militare. Nel 1944 l’ospedale venne smantellato e nella colonia si insediarono le truppe tedesche che, nell’ottobre di quell’anno, demolirono la cabina elettrica e minarono la base della torre che cadde distruggendo parte del corpo principale. Alla fine della guerra la colonia fu occupata dalle truppe alleate canadesi.
Dopo gli avvenimenti della II Guerra Mondiale la colonia passò di proprietà ai Monopoli di Stato che la ristrutturarono nel 1952 ricostruendo parzialmente la torre che questa volta rimane a livello dell’ultimo piano. Altre ristrutturazioni furono operate dalla CMC di Ravenna nel 1954 e nel 1987.
L’ambito di pertinenza della colonia risulta di particolare interesse per l’elevata copertura arborea con oltre 1000 piante ad alto fusto, in particolare Eleagni e Pini marittimi. La colonia presenta un articolato disegno planimetrico incentralo su tre corti di differente dimensione, delimitate da porticati di collegamento, da corpi bassi a due piani (servizi generali, sale di lettura e di studio) e a doppia altezza (sala riunioni e refettorio) e dal corpo principale alto cinque piani e lungo 122 metri parallelo alla spiaggia, interamente sospeso su colonne, suddiviso in cinque camerate per piano. Tutte le camerate sono rivolte verso il mare, mentre verso monte corre il lungo disimpegno interamente vetrato, consentendo una perfetta areazione e illuminazione dei locali.
Faludi non mancò di progettare un grande arco all’ingresso, eretto per emulare quello costruito da Adalberto Libera per l’Esposizione Universale di Roma.
Un elemento di grande suggestione formale era rappresentato dalla torrescala, chiamata torre dell’Arengario, originariamente alta 50 metri: una gabbia di cemento armato che sorreggeva un sistema di rampe scandito da terrazze panoramiche pensili e in sommità il serbatoio dell’acqua dissimulato nel solaio di copertura. Distrutti a seguito dell’evento bellico, la torre e il corpo principale di cinque piani furono ricostruiti nel dopoguerra: la prima sostanzialmente ridimensionata nell’altezza alla stessa quota di copertura dei dormitori, il secondo con significative modifiche nel prospetto verso il mare.
La colonia prese successivamente il nome di Colonia dei Monopoli di Stato o Centro Vacanze Monopoli di Stato. Dal 1998 non è più abitata.

