L’acquedotto in stile romano costituisce un’opera di grande rilevanza del capannorese Lorenzo Nottolini, architetto divenuto famoso per la sua attività al servizio del regio ducato di Lucca tra il 1818 e il 1848.
La questione dell’approvvigionamento di acqua alla città di Lucca era molto sentita ed esistevano reali problemi di carattere igienico. Da qui, la decisione di Maria Luisa Borbone di incaricare Nottolini alla costruzione dell’opera che, interrotta più volte, fu terminata definitivamente nel 1851.
Collocato per gran parte nel territorio capannorese, l’acquedotto si presenta come un’opera monumentale lunga oltre quattro chilometri ed è caratterizzato dall’unione di un elegante classicismo con un’architettura semplice e severa. E’ costituito da una fila in linea retta di 459 archi in pietra e laterizio alti dodici metri, sulla cui sommità si trovano due canali per lo scorrimento delle acque. Per rendere l’intera struttura più stabile, furono costruiti 28 contrafforti allo scopo di rinforzare i pilastri. Purtroppo alcune arcate furono abbattute per permettere la costruzione della rete autostradale. L’acquedotto attraversa la pianura lucchese portando le acque dalla frazione di Guamo, ai piedi del Monte Pisano, fino al tempietto sito in località S. Concordio.
L’acquedotto termina nel tempietto di San Concordio, edificio a pianta circolare in stile neoclassico dorico, all’interno del quale l’acqua veniva raccolta in una vasca doppia di marmo. Da qui l’acqua veniva poi inviata verso la città, dove alimentava il complesso sistema di fontane passando sotto il Baluardo San Colombano.