Il complesso, costituito dai ruderi di una chiesa con annesso cimitero, si colloca a breve distanza dal mare, in un terreno recintato lambito dalla strada asfaltata di via Marina II. Esplorato in parte dal 1967 al 1972 dall’archeologo Ermanno Arslan, il sito è oggi obliterato da uno strato consistente di sabbia ed attende di essere riscoperto e restaurato.
La chiesa venne scoperta nel 1967. Dell’edificio si riconosce un corpo settentrionale a tre navate, di cui la mediana con abside semicircolare, ed un vano meridionale a pianta quasi quadrata, con absidi sul lato orientale, che ospitava il fonte battesimale.
Sia all’interno che all’esterno del complesso ecclesiale si estende una vasta necropoli. Le tombe individuate sono di vario tipo: a semplice fossa coperta da lastroni di pietra, a fossa delimitata da muretti intonacati e coperta da lastroni regolari, alla cappuccina di embrici, in anfore segate. Le deposizioni sono sia monocrome sia polisome. La datazione dei corredi funerari ha permesso di definire l’orizzonte cronologico della chiesa nelle sue presumibili due fasi principali, cioè tra il V-VI e l’inizio dell’VIII secolo d.C., quando un evento traumatico determinò l’abbandono del sito.
Fino al 2011 il complesso è stato interpretato come sede di un presidio militare con truppe bizantine poste a controllo del litorale. Nel 2014, l’edizione integrale dello scavo ha permesso, invece, di identificare nel complesso basilicale la cattedrale di una sede episcopale che determinò la nascita di un centro costiero importante posto a controllo della foce del Tacina e delle vie di penetrazione verso l’interno e punto di riferimento per tutte le categorie di insediamenti noti nel territorio.

