Il complesso di San Francesco delle Cappuccinelle, sviluppato su sei livelli intorno a un doppio cortile, si erge con un monastero e una chiesa lungo la Salita Pontecorvo, nel quartiere napoletano Avvocata.
Il monastero venne fondato nel 1585 da Eleonora Scarpato, moglie del notaio Luca Giglio che, dopo essere stata guarita da una malattia con un voto a San Francesco, realizzò un convento per suore povere. I coniugi adibirono la loro abitazione a conservatorio accogliendo un numero sempre crescente di francescane. Con l’aumento delle ospiti fu necessario comprare delle proprietà confinanti, conformando il complesso come monastero dove la stessa Eleonora prese i voti una volta vedova. Il successo del complesso portò alla necessità di un ingrandimento commissionato a Giovanni Battista Nauclerio che realizzò l’alta cupola della chiesa e ricavò vari ambienti dall’unione di tre distinti edifici. Negli stessi anni si costruirono anche due belvedere, uno coperto e l’altro scoperto. Dopo il primo cantiere settecentesco seguirono gli interventi dell’architetto Tagliacozzi Canale. Le francescane continuarono ad abitare il sito fino al 1866, anno in cui fu insediata la funzione di riformatorio. Durante il fascismo il complesso di San Francesco delle Cappuccinelle fu rinominato Istituto di osservazione minorile, per poi riacquisire, nel secondo dopoguerra, la precedente funzione rieducativa fino alla fine degli anni Settanta. Nel 1985 si eseguì una ristrutturazione su richiesta di Eduardo De Filippo, all’epoca senatore a vita. Infine, con il trasferimento dell’Istituto penale per minorenni a Nisida nel 1999, la funzione del complesso mutò in quella di Centro polifunzionale diurno per i ragazzi della città. Nel 2000, l’Università degli Studi di Napoli Parthenope acquistò gli spazi del complesso per uso accademico, ma i lavori di restauro non furono mai avviati.
Il 29 settembre 2015, con la riappropriazione da parte della rete di attivisti dello Scacco Matto e degli abitanti del quartiere, parte dell’edificio è stato riusato per l’organizzazione di attività di carattere educativo, culturale e sociale. L’anno successivo il complesso di San Francesco delle Cappuccinelle è diventato uno degli spazi liberati riconosciuti come beni comuni ad uso civico e collettivo dal Comune di Napoli. Nonostante la rivitalizzazione degli ambienti a piano terra e primo piano, la struttura presenta moltissimi spazi inutilizzati, abbandonati e con gravi forme di degrado strutturale e superficiale.