Nell’area di Ferrania, si trova la centrale elettrica del 1916, il fabbricato industriale più interessante del complesso, che in passato, per la qualità costruttiva, aveva fatto pensare ad architetti del livello di Portaluppi e Moretti, quest’ultimo autore della centrale elettrica Taccani di Trezzo d’Adda, nelle cui linee si ravvisano delle similitudini con questo edificio. Il manufatto, oggi in posizione defilata rispetto al sito industriale, è costituito da due volumi a pianta rettangolare, adiacenti ma non comunicanti, con i fronti esterni scanditi da grandi aperture a tutta altezza, sormontate da una ricca decorazione che si sviluppa su piani paralleli aggettanti.
Nell’archivio Mazzocchi, oltre ai disegni del progetto definitivo, si trovano due bozzetti eseguiti a mano libera che, all’interno di un analogo apparato decorativo, riportano soluzioni alternative per il numero e la dimensione delle finestre.
Il complesso industriale veniva utilizzato per la produzione di pellicole fotografiche, radiografiche, cinematografiche etc. Esso si compone di diversi edifici. La vecchia centrale si articola su pianta a T con ali molto strette. La facciata, seppur di modesta altezza, è molto ricca di decorazioni e scandita dalla ripetizione delle aperture a tutt’altezza.
Gli impianti, invece, per i serbatoi non fanno parte del complesso originario. Si tratta infatti di realizzazioni successive e connotate da differenti caratteri architettonici. In questa parte l’edificio si articola su pianta rettangolare con estensione longitudinale. All’interno il volume è completamente vuoto e lascia comprendere limpidamente lo schema di copertura costituito da particolari travature reticolari in calcestruzzo armato che sorreggono il solaio alleggerito.