La chiesa di San Domenico è nata nei primi anni del XIII sec. a supporto del convento benedettino con il nome di Santa Maria Vetere. Qui si insediarono le monache benedettine che decisero di lasciare la chiesa sita fuori le mura cittadine per ritirarsi all’interno della cinta muraria. Ceduta nel 1518, il marchese Ladislao D’Aquino fece ampliare il complesso monastico che fu destinato all’ordine domenicano. Il complesso del convento di S. Domenico è inserito in un isolato compatto ed è integrato nella maglia d’espansione ottocentesca della città. Costruito al di fuori delle mura cittadine, l’edificio, aderendo alla consuetudine di disporre le nuove costruzioni extra moenia in prossimità delle vie di comunicazione con i paesi limitrofi, insisteva sull’antica via per Trani, a circa 400 metri dalla porta vecchia. L’isolato è stato più volte rimaneggiato nel tempo subendo sia espansioni sia la costruzione di superfetazioni che occultano la leggibilità dell’organismo conventuale nei prospetti esterni. In corrispondenza del presbiterio, sulla sinistra della navata centrale, una porta permette il passaggio dalla chiesa al chiostro. Il chiostro si presenta come un cortile quadrato scandito sui quattro lati da un porticato coperto da volte a crociera. Ogni braccio del chiostro si articola in quattro campate. Nel corso del tempo, progressivi tamponamenti hanno compromesso la percorribilità anulare, originaria del convento cinquecentesco, lasciando libero solo il braccio occidentale, che si prolunga fino ad affacciarsi su via Poerio. I prospetti sono irriconoscibili nella loro originalità a causa della costruzione di edilizia residenziale sovrapposta al complesso originario.