L’ex monastero si staglia al termine dell’attuale via Traetta e domina sulle pendici della valle del Tiflis; fu uno dei primi monasteri pugliesi ad essere fondato con le regole della riforma cappuccina di Ludovico da Fossombrone. Nel 1540 la prima pietra del complesso fu benedetta dal vescovo Lopez d’Alarcon e come luogo venne scelto un posto isolato nei pressi della chiesa di S. Vincenzo dell’antica famiglia De Ferraris. Commissionato nel 1548, era pronto per essere consacrato dal vescovo di Bitonto Mons. Giov. Pietro Fortinguerra l’8 ottobre 1589. Nel 1740 il complesso fu ampliato verso nord così che l’Abbazia venne quasi raddoppiata e furono aggiunte ben 37 celle, tutte uguali e rispondenti alle Costituzioni. Nel corso del tempo il Convento si adornò di suppellettili e di opere d’arte, soprattutto lignee, conservate nell’Episcopio.
Soppresso nel 1809 da Gioacchino Murat, venne ricostituito nel 1816 in seguito alla Restaurazione borbonica, per essere definitivamente soppresso nel 1866. Dal 1871 passò in uso alla Società dei Benefattori, che istituì la Casa di Riposo e ricovero per Mendici ma infine dismesso nel 1975. Attualmente è gestito dalla chiesa del Crocifisso; ospita all’interno, oltre a locali per attività parrocchiali, anche una struttura ricettiva. L’edificio, in muratura è a pianta irregolare, è dotato all’interno di un chiostro; all’ingresso vi è un porticato con volta a botte preceduto da un portale ad arco.