L’edificio identificato come Convitto, nasce come parte del complesso legato alle attività del celebre Setificio Gütermann, situato in una zona semiperiferica del paese. Se la vicenda storica del setificio di Perosa Argentina affonda le radici nella cultura della seta sviluppatasi nel Pinerolese a partire dalla seconda metà del XIV secolo, l’insediamento del setificio tedesco risale al 1883 quando Max Gütermann diventa proprietario di un impianto costruito nel 1870 per la macerazione e la pettinatura dei cascami di seta greggia, mettendosi così in condizione di disporre del ciclo completo di lavorazione del cucirino di seta: macerazione e pettinatura a Perosa, filatura, tintoria e confezionatura nel suo precedente stabilimento di Gutach/Breisgau.
La primitiva struttura industriale, ancora oggi visibile, si compone di più piani lungo un ampio fronte parallelo al torrente Chisone. Nel corso del tempo, esigenze di ampliamento, portano alla costruzione di altri corpi a quattro piani e tetti piani e alla costruzione del fabbricato a uso filatura.
Nei suoi decenni di attività, e in particolare tra il 1895 e il 1949, gli imprenditori Gütermann avviano numerosi interventi a favore dei lavoratori dello stabilimento, tra cui la realizzazione di case operaie, case per impiegati, asilo infantile, spaccio aziendale, colonia elioterapica e scuola elementare, secondo il modello della collaborazione tra capitale e lavoro. A questo contesto di iniziative destinate alla manodopera, corrisponde anche la costruzione dell’edificio del Convitto nei primi anni del Novecento su progetto dell’Ing. Pietro Soldati. La struttura a pianta rettangolare si eleva per quattro piani fuori terra e un piano seminterrato, tutti collegati da due corpi di scala di cui uno antistante l’ingresso sul fronte principale che corrisponde all’accesso diretto su strada. Il prospetto principale del Convitto, interamente a finitura intonacata, risulta caratterizzato dalla presenza delle ringhiere in ghisa e dai montanti e mensole in pietra lavorata che costituiscono i diversi livelli di balconi. Le aperture, con serramenti in legno ancora parzialmente conservati, presentano geometrie e ritmo regolari, creando un sobrio motivo decorativo attraverso l’impiego di semplici cornici.
Le attività del setificio giungono a definitiva chiusura nel 2001 e i fabbricati del complesso progressivamente dismessi, fino a raggiungere lo stato di abbandono che oggi interessa anche l’edificio dell’ex-Convitto.

