Sul tracciato della via Appia, in località Jesce, sulla strada provinciale che si dirige verso Laterza, è situata un’antica azienda agricola abbandonata risalente al XVI secolo, la Masseria Jesce di Altamura, oggi meta di visite guidate estemporanee organizzate da un cantastorie del posto.
Costituita da un unico corpo di fabbrica realizzato in pietra, con tracce di fortificazione nelle garitte pensili, la masseria presenta oggi ambienti articolati su due piani principali. Le superfici del piano terra, destinate a stalle e a deposito degli attrezzi agricoli, sono dislocate su diversi livelli di quota in funzione dei notevoli dislivelli del terreno. Gli ambienti del piano nobile, destinati ad uso abitativo, presentano ampi locali pavimentati con mattoni in cotto originali. Tra le stanze, la più ampia è quella patronale, contraddistinta da una volta a padiglione affrescata: il disegno ritrae il dio Nettuno con un tridente e il simbolo della famiglia de Mari, a memoria del legame con il mare di Genova.
Dall’atrio principale, attraverso alcuni gradoni scavati nella roccia, si raggiunge la piccola cripta sotterranea dove probabilmente in origine era collocata la statua acefala di San Michele, oggi posizionata nell’atrio, sopra il massiccio arco a tutto sesto che costituisce l’entrata principale del complesso.
La cripta, testimonianza della probabile permanenza dei benedettini nella masseria, è quasi tutta adornata di affreschi, purtroppo non pienamente apprezzabile causa l’assenza di un adeguato restauro. I dipinti raffigurano scene di vita di Gesù e della Vergine: catalizza l’attenzione del visitatore, quello della Madonna dell’Odegitria, posto sopra l’altare in fondo, in cui Maria con la mano sinistra indica il Cristo benedicente, simbolo di salvezza. Sulla parete sinistra è posizionato un altro altare in pietra, installato dalla famiglia de Mari e sovrastato da una statua di San Francesco Da Paola, scolpito con un paio di zoccoli e un remo in mano. Sulla destra invece c’è quel che resta di un fonte battesimale, dove un tempo i bambini delle campagne circostanti ricevevano il loro primo sacramento, e una scaletta che riporta all’interno della masseria.