L’edificio è l’unica costruzione bassa e unitaria all’interno di un contesto di palazzine di edilizia “in linea”, appartenenti ad epoche differenti; è uno dei pochi esempi ancora originari di architettura liberty, pur mantenendo al suo interno alcune permanenze di gusto eclettico.
Negli anni a cavallo fra ottocento e novecento, l’organizzazione del lavoro portuale avviene con la creazione di cooperative, la “Lega degli Scaricatori di Carbone” troverà organizzazione, uffici ed assistenza nella palazzina denominata “Pietro Chiesa” in piazzale Giaccone, ai piedi della Lanterna.
L’edificio è rimasto identico alle forme progettate nel 1905 e l’intera struttura (compresi i perimetri esterni, l’altezza e la copertura) è ancora quella originaria. Solo nel 2001 sono stati effettuati i lavori di ripristino sulle facciate originarie, un intervento di restauro conservativo delle plastiche murarie e dei dettagli architettonici. Entrando nell’edificio, troviamo testimonianza del tempo anche negli elementi secondari: la pavimentazione d’ingresso con le iscrizioni, la pavimentazione originaria della sala principale, dove è conservata perfettamente la bandiera originaria del “club” del 1904 (sostituita all’esterno da una riproduzione identica), insieme alle copie fotografiche di stampe e disegni d’epoca, ad un affresco murario. Al centro della sala dei soci, oltre ai moderni bigliardi, salta alla vista anche una copia originale di una struttura lignea con funzioni ludiche: il gioco “d’abilità e pazienza” denominato “Carolina”.