L’eremo di San Mauro fa parte del sistema di ipogei rupestri e semirupestri che si articolano nei valloni rocciosi che si sviluppano al di sotto dell’Abbazia di Santa Maria di Pulsano a Monte Sant’Angelo, fondata da Giovanni Scalcione da Matera nel XII secolo, promotore della prima comunità eremitica nota come Ordine Monastico degli Eremiti Pulsanesi.
L’eremo di San Mauro si colloca nella parte più settentrionale del complesso rupestre localizzato sul fianco orientale della Valle di Monteleone, interpretato come ricovero per gli animali. Si tratta di un ambiente ipogeo, al quale si accede attraverso una porta voltata con arco a tutto sesto e sormontata da un architrave in cemento armato, segno di un restauro recente e un utilizzo prolungato della struttura. L’interno si presenta di dimensioni molto ridotte, di forma quadrangolare, privo di strutture accessorie e con un soffitto piano. La presenza di buche di palo a sezione quadrata sugli stipiti dell’accesso lascia ipotizzare un sistema di chiusura ligneo. L’area è interessata da un articolato sistema di canalizzazioni, che convogliava le acque meteoriche in una cisterna caratterizzata da un’imboccatura monolitica e una volta interna costruita in muratura, con l’estradosso ben visibile in superficie. A ridosso della cisterna vi è una vasca-abbeveratoio scavata nel costone roccioso, con alcune buche di palo che lasciano immaginare una tettoia in legno. Altre due vasche-abbeveratoio sono presenti a una quota più bassa, sempre a ridosso della cisterna, in corrispondenza del foro di troppo pieno del manufatto. Seguono verso sud-est due ambienti ipogei preceduti dal recinto in muratura a secco.