Ex Albergo Sala, Località Sant’Angelo – Fluminimaggiore

Sant’Angelo deve il suo sviluppo all’imprenditoria mineraria tra l’800 e il 900. Qui la famiglia Boldetti nel 1917 fece costruire la bellissima Villa Alice.
Con i Boldetti, Sant’Angelo cresce d’importanza fino alla metà del Novecento. tutta la località fu frequentata da famiglie note e altolocate. Ai Boldetti si sostituì l’istituto Fondo Agricoli, e ad ultimo l’Azienda Santa Vittoria, di proprietà di influenti casate piemontesi, che scelsero di costruire nel borgo le loro dimore di villeggiatura.
Poco dopo si diede avvio alla realizzazione della prima struttura ricettiva per conto della Società per le Attività Immobiliari ed Alberghiere costituita nel 1952 con la denominazione di Sant’Angelo Immobiliare Alberghiera (SAIA), che vedeva in quel territorio una grande risorsa di sviluppo economico, soprattutto se ad esso si fosse aggiunta un’altra struttura ricettiva sulla spiaggia di Portixeddu. Un progetto che rimase solamente su carta.
Si scelse di realizzare l’albergo ad un livello più basso e opposto ai casolari principali, dove uno stradello sul retro della chiesa campestre del 1734 conduce ad una area pianeggiante.
Si costruì così, dopo il 1950, l’ex albergo di Sant’Angelo, tuttavia questo ebbe vita breve. Nell’agosto del 1979, sulla costa tra Portixeddu e Capo Pecora, i due fratelli Giorgio e Marina Casana, che si trovavano in vacanza con la famiglia, furono rapiti da un commando di banditi dell’Anonima Sequestri Sarda. Da allora le famiglie che erano solite alloggiare a Sant’Angelo si ritirarono definitivamente, e l’albergo perse la sua funzione iniziale, diventando una colonia estiva per bambini; nel 1990 ca. fu acquistata dalla curia vescovile, e in seguito cadde in abbandono.
All’ingresso principale un vecchio cartello sbiadito indica che nel 2000 è stato oggetto di intervento o messa in sicurezza, e le sue finestre e ingressi murati fanno pensare che l’edificio sia stato chiuso onde evitare l’intrusione di eventuali malintenzionati che potessero danneggiare la struttura e depredare gli interni.
La struttura si presenta solida e massiccia, priva di elementi decorativi; tuttavia, mostra una certa ricercatezza e unicità. Poggia su una base con pietra a vista, si eleva su tre piani e seminterrato, e l’ultimo piano è privo di rivestimento. Una torretta circolare con scala a chiocciola interna si eleva oltre la struttura. L’edificio si presenta ancora in buono stato, tuttavia necessita un urgente intervento della struttura per destinarlo nuovamente ad un uso specifico.