L’ex Chiesa di Santa Maria degli Angeli, posta al limite nord della città di Pesaro, al confine del centro storico, venne realizzata negli anni dal 1570 al 1589 come edificio annesso all’omonimo complesso monastico voluto dai monaci camaldolesi.
Durante l’epidemia di colera del 1836 la chiesa e il monastero ospitarono un lazzaretto per i malati contagiosi. Con l’unità d’Italia e la revoca degli ordini religiosi, il complesso fu dapprima trasformato in deposito militare e poi in bagno penale e riformatorio. Dopo il terremoto del 1916 la chiesa fu ristrutturata ed adibita ad ospitare le sezioni di detenzione e l’infermeria del riformatorio, mentre il resto del convento venne destinato ad uffici e laboratori. Un ulteriore intervento del Genio Civile tra il 1935 ed il 1938 cancellò le residue strutture architettoniche della chiesa, come il portale, l’arco sovrastante e la finestra termale, provvedendo anche alla demolizione delle celle dei tre piani per ricavarne il braccio moderno del nuovo carcere. La configurazione attuale, che dell’impianto cinque-settecentesco conserva solo parte delle murature perimetrali, è ascrivibile alla metà degli anni 50 del secolo scorso, quando la chiesa nonché l’intero complesso conventuale furono destinati a carcere minorile e riformatorio giudiziario; destinazione mantenuta fino agli anni 70 del secolo scorso.
L’area si presenta delimitata da alte mura sul lato nord-est e addossata al complesso conventuale omonimo a sud-ovest. L’edificio ha una forma rettangolare in pianta, mentre in alzato presenta tre livelli di bucature corrispondenti alle tre quote di solaio praticabili. Sull’originale impianto della chiesa è stata infatti sovrapposta in epoca recente la struttura delle celle carcerarie articolata su tre piani, con due mezzanini che accoglievano le celle di detenzione. La struttura perimetrale è in muratura ad alto spessore, mentre le aggiunte moderne (con l’inserimento di nuovi solai e delle relative strutture di sostegno) sono state realizzate in cemento armato.