L’Oratorio della Santissima Trinità – costituito da un’aula rettangolare (lunga 23 metri e larga 7) con abside poligonale, torre campanaria a nord e sagrestia a sud – è attualmente ubicato lungo via XXV aprile in aderenza al fianco meridionale dell’edificio che ospita le scuole elementari. La costruzione fu eretta nel 1704 su una precedente chiesa cinquecentesca per la quale il Vescovo Speciano, durante la visita pastorale del 1590, aveva già prescritto l’ampliamento. La Chiesa della Santissima Trinità è pertanto già censita anche nelle mappe catastali teresiane del 1723, dove però – probabilmente per approssimazione grafica – viene rappresentata sprovvista di abside. Sul retro e a nord della chiesa, la mappa riporta l’esistenza di terreni non edificati dove si presume fosse ubicato l’annesso cimitero. L’attuale impianto planimetrico è riportato nel Catasto Rabbini del 1868 che evidenzia anche la permanenza dei terreni non edificati, graficamente rappresentati come cinti da muro. Durante la prima guerra mondiale, la chiesa fu adibita a magazzino e negli anni successivi fu interessata da alcuni interventi di ripristino tra i quali la realizzazione dell’attuale pavimento in piastrelle di cemento (in sostituzione dell’originale piano di calpestio in cocciopesto, ancora parzialmente visibile nella sagrestia) e il rifacimento parziale dell’intonaco di facciata (1957). Dall’anno successivo, in seguito allo scioglimento della Confraternita che qui officiava dal 1509 (inizialmente come Compagnia dei Disciplinati di Santa Maria Assunta poi – per decreto del Vescovo Balbis Bertone nel 1762 – come Congregazione del S.S. Sacramento e della S.S. Trinità), la chiesa cominciò a essere utilizzata solo occasionalmente e alla fine degli anni ’80 del Novecento, dato lo stato di abbandono in cui versava, venne chiusa. Dal 2005 al 2010, dopo un parziale intervento di restauro, l’edificio ha ospitato la sede museale intitolata ad Angela Malandra, madre del professore emerito Dino Formaggio e originaria di Vespolate. A causa di problemi riguardanti la sicurezza della copertura, la chiesa è stata quindi nuovamente chiusa. Allo stato attuale, la facciata intonacata – orizzontalmente bipartita e coronata da timpano – presenta consistenti aree di distacco localizzate soprattutto nella porzione inferiore, interessando anche il vano in cui apre il portone ligneo settecentesco. Emerge, dalle zone di ammanco, l’apparecchiatura muraria in laterizio che è integralmente visibile su tutte le altre superfici della chiesa.