L’edificio, costruito dalla Confraternita della Beata Vergine del Carmelo tra il 1720-1732 su disegno di Edelberto della Nave, “forse il maggiore protagonista del tardo-barocco locale” (C. Mambriani, I ducati cit., p. 245) che sul “tema del vano ottagonale allungato con lati sfondati a croce e cupola ellittica” (ibidem) disegna anche l’oratorio di San Tiburzio (1720-23). L’edificio, inaugurato il 7 settembre 1733, fu chiuso e ridotto a uso profano nel 1913. L’oratorio, a navata unica rettangolare, con due cappelle laterali, è dominato dal tamburo a pianta ottagonale ed è impreziosito all’interno, pur nel grave stato di degrado in cui versa, da decorazioni in stucco e statue, attribuite a Pietro Reti e affreschi nei pennacchi e nella cupola ad opera di Clemente Ruta, Pietro Rubini e Bertoja. L’attuale facciata, più semplice di quella prevista nel progetto originale di della Nave (caratterizzata da una ricca decorazione plastica, dall’uso della colonna libera e dal coronamento a balaustra) fu quasi sicuramente preferita per ragioni economiche. La facciata ha evidenti somiglianze con quella della Chiesa di S. Maria Assunta a Fontanellato, anch’essa riedificata nel 1720 e attribuita ad Edelberto della nave. La parte inferiore è divisa in tre zone da quattro paraste e contiene centralmente il portale con coronamento mistilineo e medaglione con affresco del Bolla raffigurante la Beata Vergine; la superiore, ripartita in tre zone, ha al centro una grande finestra con cornice entro specchiatura di mattoni, sormontata da timpano triangolare e con ai lati volute ad S con chiocciole.
L’edificio è stato acquistato dal Comune nel 1932 e nel corso degli anni ha svolto diverse funzioni (magazzino, sede teatrale, deposito del Tribunale e poi sede di associazione).
Danneggiato pesantemente dal sisma del 1983 è stato oggetto di un progetto di consolidamento e di monitoraggio strutturale che ne ha fermato il dissesto e ne ha permesso negli anni l’uso occasionale.