L’ex Colonia Murri già Ospizio Marino Bolognese venne realizzato su incarico delle Opere Pie di Bologna e Imola per la prevenzione di patologie tubercolari ampiamente diffuse nelle giovani generazioni del paese tra ‘800 e primi del ‘900.
Fu costruita nel 1912 su progetto dell’ing. Giulio Marcovigi e già nel 1920 era considerata nella pubblicistica specializzata di diffusione nazionale una testimonianza esemplare della moderna tecnica ospedaliera sia per le caratteristiche tipologiche che per quelle tecnologiche ed impiantistiche: murature esterne composte di doppie pareti con intercapedine d’ aria, condotti per la ventilazione naturale dei locali, impianto di riscaldamento a termosifoni con circolazione accelerata, impianto di sollevamento dell’acqua potabile.
Il complesso è costituito da padiglioni trasversali uniti da un corpo centrale di collegamento; le murature laterali sono in laterizio mentre viene impiegata la tecnica del cemento armato – tra le primissime applicazioni a Rimini – per i pilastri di spina e i solai.
La colonia, che versava in condizioni di estremo degrado per danni derivanti da eventi bellici e dalla prolungata mancata utilizzazione, è stata oggetto di un intervento di recupero rimasto incompiuto che prevede il restauro del complesso con la ricostruzione di parti distrutte e la realizzazione di nuovi corpi di fabbrica nell’area di pertinenza.
L’edificio si propone tuttavia come residua testimonianza fisica di una ricerca culturale proiettata verso il nuovo linguaggio funzionalista e razionalista, nell’ambito di quel fenomeno che caratterizzerà la struttura insediativa dell’intera fascia costiera romagnola a seguito della realizzazione delle varie colonie marine.