Nel secolo XVI Federico De Silva, nobile di origine spagnola, venuto a Gioia a seguito degli Aragonesi, a nome della sua famiglia vi fece erigere un convento dei Domenicani. Circa due secoli dopo lo stabile venne ampliato e restaurato a spese della comunità religiosa e dei fedeli, dal padre Provinciale Domenico Bradascio. Il Convento, soppresso nel 1809 da Giuseppe Napoleone, fu consegnato il 25 ottobre 1813 al sindaco, dott. Pietro Nicola Favale, per adibirlo a Padiglione e Caserma delle truppe di passaggio. Tre anni dopo questo stabile venne adibito a Carcere Mandamentale e a sede municipale. Nel 1861 ebbero inizio i lavori della facciata del Municipio sotto la direzione dell’architetto Castellucci di Bitonto. La storiografia locale attribuisce la fondazione dell’ex Convento dei Domenicani alla devozione di un nobile spagnolo sceso in Italia al tempo degli Aragonesi. Il monastero venne poi soppresso nei primi anni dell’ottocento dagli ultimi dieci frati residenti e in seguito, tutti i locali, ad esclusione dell’attigua chiesa, vennero adibiti ad usi civici e, in particolare, a residenza municipale dopo una opportuna riconversione architettonica di facciata e adattamento logistico degli spazi interni.L’edificio principale è costituito da una remota costruzione (si presume quindi risalente alla seconda metà del quattrocento) in muratura a tre piani fuori terra. Vi si accede da Piazza Margherita di Savoia per mezzo di ampio portale con relativa scala in pietra che conduce all’attuale atrio (una volta giardino interno) al cui intorno si sviluppano gli ambienti destinati ad ufficio. La facciata ottocentesca è stata costruita quindi successivamente per una funzione di rappresentanza; l’originale ingresso era a fianco dell’omonima Chiesa. Il 21 dicembre 1869 viene fondato l’Asilo Comunale De Deo a spese del Municipio e delle Opere Pie locali. L’impianto conventuale originario di San Domenico viene definito intorno all’ex chiostro, dal quale si ramificano gli ambienti dislocati su due livelli, con diversa destinazione: celle per i frati domenicani,depositi, forno, ecc. La vita giornaliera del convento si svolgeva al piano terra. Vi si trovavano sia gli ambienti di lavoro, sia quelli comuni: granaio, refettorio,cucina, stalla, cantina, ecc. tutti gli ambienti erano disposti in stretta successione, molti con accessi diretti dal chiostro. L’ex convento si presenta pressoché compatto, a forma poligonale, collocato al margine del centro storico. Esso è lambito a nord da via Manin e da via Rossini. Siccome la struttura è stata concessa per destinazione ad uso pubblico come sede del Municipio, dal 1813 ad oggi, gli interventi eseguiti hanno riguardato tutti gli adeguamenti necessari a tale destinazione ad uffici. Per ricavare una sala consiliare, furono modificate murature e volta, così come fu realizzato un orologio all’indomani dell’Unità d’Italia; nell’ultimo restauro sono state abbattute tramezzature e superfetazioni che nel tempo si erano accumulate.