Il complesso dell’ex deposito autobus S.I.T.A., risalente alla seconda metà degli anni Trenta del Novecento, costituisce un interessante esempio di razionalismo utilitaristico caratteristico dell’epoca storica di riferimento e in particolare nel più ampio e dinamico panorama della formazione della città razionalista; è costituito da un grande volume, con pianta libera, pilastri in cemento armato collocati lungo il perimetro, travi reticolari in cemento armato di grande luce eseguite in opera, che sostengono un’ampia copertura a shed, sistema strutturale innovativo per l’epoca di costruzione.
In corrispondenza dell’accesso carraio posto sulla Piazzetta Savonarola, fin dall’origine destinato all’ingresso delle corriere ed a banchina per l’imbarco dei passeggeri, l’edificio presenta una sopraelevazione che marca la discontinuità volumetrica dovuta alla geometria irregolare del lotto e conferisce una gerarchia funzionale e formale al prospetto principale, consentendo di identificare immediatamente il nucleo direzionale detto “ponte di comando” con un simbolismo ricorrente nella retorica del Ventennio fascista. In tale zona, sopra il corridoio di accesso all’autorimessa vera e propria, si trovavano i locali della direzione sia gestionale sia tecnica, con prosecuzione della scala fino alla copertura piana e praticabile. Il tamponamento murario dei prospetti su strada, oltre alla funzione di chiusura del reticolo strutturale, assume una rilevante caratterizzazione formale, in cui ogni elemento compositivo è studiato anche al fine di un coerente risultato estetico come l’uso di profili curvilinei e rettilinei alternati in corrispondenza del volume centrale.
La facciata presenta un paramento in mattoni faccia a vista, di produzione industriale con cromia tendente al rosso. Essa è marcata orizzontalmente da cordoli in cemento armato costituenti i cornicioni, le banchine e gli architravi di finestre, le spalle e i pilastri in vista, con modanature decorative e finitura di malta trattata a finto travertino.
Sul lato di sud est del fabbricato sono stati addossati negli anni Cinquanta dei modesti corpi di fabbrica incongrui e di nessuna rilevanza architettonica; tali corpi tecnici insistono sulla medesima particella 437 (ma sono esclusi dalla presente tutela) e sono rilevabili nella mappa catastale per la disomogeneità della pianta rispetto alla compattezza del corpo principale.