L’Ex Dispensario è ubicato all’interno della città di Ravenna, fuori dalle Mura urbane, in una zona verso il mare oggetto della prima espansione novecentesca, a bassa densità e caratterizzata dalla tipologia residenziale a villini, allora molto in voga anche sulla scorta delle ispirazioni delle città giardino. L’edificio nasce negli anni Trenta, nel quadro delle attività sanitarie volute dallo Stato e volte alla prevenzione delle malattie epidemiologiche più diffuse, con particolare riferimento alla tubercolosi, e quindi con funzione originaria antitubercolare.
All’interno della nuova zona di espansione cittadina con ampie superfici verdi, il manufatto è collocato in un lotto quadrangolare la cui area esterna è adibita a parco. L’edificio è caratterizzato da due livelli. un piano seminterrato ed un piano terra. con una conformazione planimetrica vagamente ad H, con l’addizione di un articolato volume anteriore con funzioni di ingresso e di disimpegno.
All’esterno l’aspetto è contraddistinto dagli alti volumi della zona di prima accoglienza, generanti, nella parte centrale, una zona a loggiato con colonne, alla quale si accede attraverso un’ampia scala che contribuisce, con esito non privo di una certa retorica monumentale, al respiro tra l’esterno alberato e gli interni. Questo scambio tra gli ambienti interni di cura e di somministrazione di farmaci e l’area circostante si avverte attraverso le finestre che, serratamente cadenzate sulle ali più basse della restante volumetria, consentono, dall’interno, la percezione visiva di un riposante e isolato ambiente verde.
L’importanza di tali finestre è semanticamente sottolineata da una cornice lineare in pietra d’Istria che le riquadra nella fascia centrale dei prospetti laterali. Completa l’interessante articolazione volumetrica dell’insieme, un simmetrico sistema di accessi secondari che, con piccoli avancorpi scala, superiormente protetti da una pensilina, contribuiscono a saldare il più nobile corpo d’ingresso con quello restante dei servizi, collegando l’insieme della volumetria in modo plasticamente gradevole.
Tenuto conto dell’epoca di costruzione, il complesso, nel suo insieme, per le linee, le volumetrie e le funzioni rappresenta un edificio prototipo, che, staccandosi dalla facile reiterazione di canoni compositivi collaudati, manifesta senza dubbio nuovi linguaggi.

