Il sistema delle fortificazioni veneziane era basato su cinque forti principali. Dopo la caduta della Serenissima, nell’alternarsi delle occupazioni francese e austriaca, le pur notevoli opere fisse di difesa lagunare vengono potenziate con la costruzione di nuovi forti. Nelle immediate vicinanze dell’attuale Forte Vecchio o Forte di Tre Porti, gli Austriaci, già nel 18010 provvedono alla costruzione di alcune strutture fisse che i Francesi, durante il loro periodo di occupazione, integrano con la costruzione di un ridotto. Il ridotto napoleonico è ancora utilizzato dagli Austriaci nel 1836. Nel 1842 una commissione militare propone l’edificazione della nuova opera fortificata: che inizierà la realizzazione nel febbraio del 1846. Ma la sollevazione popolare di Venezia del 1848 comporta una sospensione dei lavori di costruzione del forte che riprenderanno nell’agosto del 1849. Il termine e collaudo arriverà nel maggio del 1853. Negli anni che vanno dal 1881 al 1905 la costruzione delle dighe foranee del porto di San Nicolò del Lido determina una radicale diminuzione dell’importanza strategica del forte, la sua funzione passa, nel corso della prima guerra mondiale, dal campo tattico a quello logistico. Sul corpo del ridotto centrale viene costruita una torre telemetrica di supporto al sistema di batterie costiere installate lungo il litorale marino. L’opera di trasformazione, che prevede un utilizzo prevalentemente logistico del forte, viene accentuata negli anni del primo dopoguerra; Il definitivo allontanamento dagli scopi militari avviene nel corso della seconda guerra mondiale quando il complesso viene utilizzato come sede della milizia fascista e successivamente occupato abusivamente da famiglie di sfollati.