L’ospedale è accolto in una costruzione che richiama i caratteri di una casa colonica riconoscibile per l’intonaco dai colori vivaci e per un affresco che ricopre la parete verso levante.
L’edificazione è stata voluta da Giacomo Aste, facoltoso cittadino rapallese, quando nel 1450 nel paese si è scatenata un’epidemia di labbra. Il lebbrosario è rimasto poi in attività per circa 50 anni, ma già agli inizi del XVI secolo si parla di un primo restauro per le cattive condizioni della struttura.
L’ospedale è costruito a lato di un tratto di basolato stradale costituito da ciottoli di dimensioni medio-piccole, disposti in maniera ordinata, e attribuibile a epoca medievale sull’antico percorso della via di Bana.
L’affresco sulla parete esterna dell’edificio raffigura un santo pellegrino probabilmente identificabile in San Giacomo, un personaggio biondo con un copricapo azzurro, vestito con abiti di foggia quattrocentesca, che risulta affetto dalla lebbra per i segni che presenta sulle braccia e per il sonaglio a tre tavolette quadrangolari che tiene nella mano sinistra (probabilmente si tratta di San Lazzaro al quale l’ospedale è stato dedicato), la Vergine col Bambino fra le braccia e, ancora, San Biagio riconoscibile per le insegne vescovili e per lo strumento a forma di tau che porta in mano a memoria del suo martirio avvenuto per scorticazione.