Il complesso dell’Ex Linificio e Canapificio Nazionale, nella memoria storica locale denominato “el Fabricòn”, costituisce uno degli esempi più significativi di “archeologia industriale” non solo della città di Lodi, ma anche dell’hinterland milanese, sia per le sue dimensioni che per la indubbia qualità architettonica.
La costruzione dello stabilimento iniziò nel 1907 su progetto dell’ingegner Castelli, con la collaborazione dell’ingegner Tonetti per la parte architettonica e dell’ingegner Fiorini per le strutture in cemento armato; i lavori si conclusero nel 1908 e la produzione iniziò nel giugno del 1909, dopo l’arrivo dall’Inghilterra delle macchine filatrici Lawson; negli anni ’50 si raggiunge il periodo di massima produttività, con oltre 1.600 operai; i prodotti vengono venduti alle ditte di livello nazionale Bassetti e Frette. Nei primi anni ’70, con la dismissione dell’impianto, il fabbricato viene acquistato dalla società immobiliare Fim di Milano per passare definitivamente nel 1976 al Comune di Lodi.
L’estensione complessiva del complesso industriale ammontava a 46.000 metri quadrati, di cui circa la metà coperta, suddivisa in quattro corpi di fabbrica. Il complesso industriale, concepito essenzialmente per uno scopo produttivo e funzionale, è stato realizzato fin dal principio secondo i canoni delle più importanti fabbriche appena realizzate nel nord Europa, anche su disegno degli Architetti più famosi che hanno fatto la Storia dell’Architettura mondiale, ed ancora oggi sono perfettamente leggibili tutti gli elementi salienti della migliore Architettura Industriale. La razionalità della dislocazione dei vari corpi dell’impianto testimoniano che i progettisti si siano ispirati a criteri d’avanguardia per l’epoca.