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DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO Ministero della Cultura
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Ex manifattura tabacchi, esempio virtuoso di rigenerazione urbana

Ex manifattura tabacchi, esempio virtuoso di rigenerazione urbana

Comune: Firenze
Provincia: Firenze
Regione: Toscana
  • Recupero del complesso dell’ex Manifattura Tabacchi
  • Restituzione dei luoghi dell’industria alla cittadinanza utili per gli eventi, i laboratori e la formazione
  • Realizzazione di servizi, spazi e attrezzature per il settore artigianale e industriale
SOSTENIBILITÀ SOCIALE
trasmettere alla comunità il significato di sostenibilità promuovendo la valorizzazione dell’architettura storica e la rigenerazione del territorio mediante l’organizzazione di eventi culturali in spazi abbandonati
SOSTENIBILITÀ ECONOMICA
prevedere l’attuazione progressiva del progetto mediante step consecutivi che diano la possibilità di vivere il bene anche primo che gli interventi siano completati
SOSTENIBILITÀ CULTURALE
realizzare un polo innovativo per lo sviluppo di competenze nel settore industriale e artigiano promuovendone i risultati; conciliare i luoghi della formazione, della produzione e della commercializzazione come occasione di scambio e confronto tra parti (istituti di formazione e ricerca, maker e acquirenti); organizzare progetti e attività culturali e creative per promuovere il dialogo e la cooperazione

IL PROGETTO

L’intervento ha l’obiettivo di offrire una nuova opportunità per la città di Firenze trasformando l’ex Manifattura Tabacchi in un polo innovativo, aperto a tutti, connesso e sostenibile dove rilanciare formazione, cultura, turismo e artigianato contemporaneo. Per la posizione strategica, nodale tra le strutture e servizi del quartiere, questo spazio, in disuso dal 2001, si candida a rappresentare, sia dal punto di vista geografico che culturale, un nuovo centro città fuori dalla città storica, un elemento gravitazionale capace di ricucire il complesso al tessuto urbano circostante e alla sua precedente funzione produttiva. È la storia del complesso che suggerisce la sua futura identità che aspira a stimolare la nuova generazione di artisti, artigiani e apprendisti a fondere l’antica tradizione con le tecnologie emergenti nella definizione di nuovi modi di lavorare e produrre. I luoghi e gli oggetti della cultura materiale conservano la loro natura e si offrono per essere, essi stessi, gli elementi della trasmissione del sapere, archivi e spazi espositivi testimoni dell’operare passato e del fare futuro. Questi principi trovano forma in un piano di recupero che si è costantemente perfezionato e che, gradualmente, si risolve al fine di valorizzare la qualità compositiva e materica dell’architettura storica in un progetto che concilia le esigenze di innovazione con quelle della tutela. Il recupero conservativo e rifunzionalizzante permetterà di ricavare spazi ricettivi, direzionali, commerciali, residenziali e i laboratori artigianali e tecnologici. L’attuazione del masterplan ha concesso, parallelamente all’avvio della progettazione esecutiva delle singole unità di intervento, l’immediata attivazione del processo di rigenerazione urbana, garantendo la possibilità di accedere alle strutture anche prima del completamento di tutti gli interventi. Le aree non ancora interessate dal cantiere vengono attivate attraverso un fitto calendario di eventi e iniziative che rendano loro fruibili in attesa della destinazione finale. Gli spazi sono stati configurati per ospitare una comunità stabile di creativi e maker, le installazioni temporanee site specific, la sperimentazione artistica contemporanea come luogo di creatività e passione. L’apertura quotidiana di queste sedi racconta le funzioni della Manifattura di domani e rappresenta un prototipo per la realizzazione di un sistema di usi temporanei sui temi della cultura, della moda, l’arte e l’artigianato. Il primo cantiere ha avviato i lavori per la sede del Polimoda. L’edifico per le aule e i laboratori dell’accademia è stato oggetto di adeguamento funzionale ed impiantistico. Validato e ulteriormente perfezionato in corso d’opera, questo intervento è divenuto un vero e proprio laboratorio di prova utile per mettere a punto le metodologie intervento, i materiali e le tecniche di esecuzione, un percorso di ricerca e confronto sul campo che ha permesso di individuare alcune linee guida condivise e replicabili nella progettazione degli altri edifici.

LA COLLABORAZIONE

L’ambizioso progetto ha coinvolto da subito nella progettazione molteplici figure, dai liberi professionisti, alle società imprenditoriali fino ai vari soggetti istituzionale che, alle diverse scale, hanno contribuito a definire i contenuti del piano di recupero. Tutte le parti hanno compartecipato alla scrittura e riscrittura degli strumenti del progetto. Il primo masterplan, che verteva attorno allo spazio essenziale della strada dell’artigianato su cui si raccoglievano il prestigioso Polimoda, gli spazi ricreativi, i servizi ricettivi e laboratoriali, prevedeva la demolizione di alcuni edifici vincolati e la costruzione di nuove strutture. Di seguito, una ulteriore riflessione progettuale ha visto un forte coinvolgimento della Soprintendenza grazie alla quale, durante gli incontri con i tecnici e i sopralluoghi in cantiere, si è fatto strada un approccio improntato a criteri più conservativi che conciliano le esigenze di innovazione con quelle della tutela. Con l’obiettivo di preservare il genius loci dello storico complesso, il nuovo masterplan si basa su una attenta rilettura dei rapporti volumetrici tra edifici preesistenti e di nuova edificazione nonché sulla ricerca di un linguaggio compositivo che consenta un miglior dialogo tra monumento e nuove architetture.

I RISULTATI

– dare nuova vita al tessuto sociale ed economico dell’insediamento industriale e dell’area circostante; – creare un polo per l’innovazione tecnologica per il settore artigianale e industriale in cui la formazione, la produzione e la sperimentazione muovano verso il rilancio dell’economia locale; – restituire alla cittadinanza uno spazio sempre accessibile per le attività sociali, ricreative e formative; – trasmettere il significato del riuso mediante la valorizzazione dell’architettura storica e il rimpiego degli oggetti della tradizione reimpiegati per nuovi usi.