L’area occupata dalla ex fabbrica Nebiolo costituisce oggi un intero isolato urbano delimitato dalle vie Bologna, Padova, Como e dal corso Novara.
Il fabbricato industriale più antico quello realizzato nel 1907 da parte delle Fonderia Subalpine.
Il fabbricato dal gusto razionale presenta una volumetria conforme perlopiù intonacata disegnata da vedute che si aprono con cadenza regolare impreziosite da sottili cornici disegnate da scanalature. Il piano terra su strada si evidenzia per la presenza di un falso bugnato a strisce orizzontali che copre i due terzi superiori del livello mentre i piani superiori sono semplicemente trattati ad intonaco divisi da quello di partenza da una doppia e delicata fascia marca piano. L’ingresso al fabbricato avviene decentrato rispetto all’asse mediano di simmetria; i piani sono molto simili tra loro, suddivisi da un corridoio centrale si aprano da una parte e dall’altra i locali oggi utilizzati come uffici. Si differenzia tra tutti il primo livello che occupa, con gli spazi abitati, anche parte del terrazzo sull’androne carraio.
In aderenza alla palazzina, subito dopo il primo ingresso carraio, si svolge, coprendo l’intero tratto rimasto di via Bologna, il fabbricato industriale che un tempo era adibito ad officina meccanica. L’immobile a due p.f.t. è completamente vuoto con esclusione della porzione in cui è stato inserito il modulo di “casa zera”. La struttura è il tipico esempio di fabbricato industriale di inizio secolo modulare, razionale ripartito dalla scansione strutturale che lo sostiene. Emergono, come motivo architettonico, in facciata le strutture portanti tra di esse si posizionano i tamponamenti che sono tagliati, sia sopra che sotto, da ampie finestre accoppiate. Emerge in mezzeria sul tetto, senza troppe pretese, a forma di timpano rettangolare l’elemento che una volta riportava il marchio di fabbrica oggi, purtroppo, non più leggibile. Il degrado è manifesto ovunque soprattutto sulla facciata verso cortile a all’interno dell’immobile disabitato. I livelli sono disadorni, nudi e vincolati dalle rigide geometrie strutturali, si presentano desolati in attesa di ricevere nuove funzioni. La porzione immobiliare continua, con le medesime ripartizioni e finiture, anche sul primo tratto di corso Novara dopo emerge, concluso dalla nuova viabilità interna, un volume più alto frammento dei vecchi locali della fonderia, tra i due edifici trova spazio un’ulteriore superfetazione interconnessione “semicircolare” tra i due spazi distinti (prolungamento meccanica del 1917). Dei due locali rimane ben poco solo gli scheletri strutturali rimasti identificano i volumi stor