Il “Complesso assistenziale ex Madonna Dorotea” di Bioglio nasce come dimora di un facoltoso industriale biellese, Giovanni Battista Sella. Il complesso realizzato all’interno di un parco fu edificato a partire dal 1879; esso comprende la villa padronale e la portineria con locali per i servizi.
Nel 1928 la proprietà venne donata a Donna Rachele Mussolini che a sua volta la devolse all’Istituto Nazionale Fascista di Previdenza Sociale, istituendo così la “Casa Ospedaliera Madonna Dorotea” per la cura dei malati di tubercolosi e di asbestosi, inaugurata nel 1931. Nel 1946 la proprietà passò allo Stato Italiano. Sul finire degli anni 1950 la villa venne ampliata con la realizzazione di altri corpi di fabbrica; dal 1962 al 1973 la gestione passò all’INPS. Con la Legge Mariotti del 1973 la Casa Ospedaliera divenne ente ospedaliero con una sua autonoma amministrazione e si trasformò da sanatorio in “Ospedale per lungodegenti”. Il complesso, divenuto ormai obsoleto ed antieconomico, venne chiuso alla fine degli anni Settanta.
La villa padronale, edificata nel 1879, presenta una struttura in muratura portante su impianto pressoché quadrato, ed è coperta con ripidi tetti a falde, secondo i modelli francesi, costruiti su una complessa orditura lignea sormontata da scandole in pietra di ardesia. Si sviluppa su tre piani fuori terra, più altri due piani interrati ed un piano sottotetto mansardato. Le facciate sono intonacate, con gli angoli rinforzati da un trattamento a finto bugnato e arricchite da decorazioni nelle mensole del cornicione e dei balconi e nelle cornici delle aperture.