L’ex stazione segnali di Capo Sperone fu realizzata a Sant’Antioco nel 1886 dall’impresario e geometra Giuseppe Mosca di Cagliari. Si componeva dell’ex semaforo, dell’ex stazione radio e degli alloggi dei semaforisti. La struttura risulta inattiva dal 1958, nel 2008 è stata dismessa completamente. L’edificio del semaforo si sviluppa su pianta longitudinale a due livelli con annessa la torretta alta 12 metri.
A nord il prospetto riprende lo stile classicheggiante mentre a sud assume le forme della prua di un’imbarcazione. Le mura sono realizzate in conci di basalto e trachite con intonacatura a malta di calce idraulica e sabbia marina. Le spalle delle aperture sono costituite da mattoni pieni su cui si imposta nell’ingresso principale un arco a tutto sesto, mentre nei vani finestra e negli ingressi secondari troviamo un arco a sesto ribassato. Al disopra dell’ingresso principale vi è un oculo anch’esso costituito da mattoni pieni.
La copertura è a due falde realizzata con capriate lignee, la cui particolarità è data dalla catena costituita all’estremità in legno e al centro da una lamina di metallo che raccorda i due monconi lignei, dandole continuità. Sovrapposti alla capriata vi sono gli arcarecci e i travicelli su cui poggiano le tavelle e a sua volta i coppi. Il solaio dell’ufficio telegrafico è costituito da una volta a botte su cui si innesta la grossa antenna per le comunicazioni radio. L’interno è diviso da un lungo corridoio che separa in due parti l’edificio.
Ai due lati del corridoio vi sono due stanze che in origine erano suddivise con tramezzi di mattoni pieni, oggi non più presenti. La stanza sul lato est ospitava la cucina, mentre il lato ovest era adibito per gli uffici. Il corridoio termina con una rampa di scale in granito che permette l’ingresso all’ufficio radio-trasmittente; poco prima di questa vi è l’ingresso alla torretta di avvistamento, a cui si accede tramite una scalinata realizzata in parte in granito e in parte in ferro.
Con deliberazione N. 19/45 del 14.5.2013 la Regione Sardegna ha inserito la stazione nel “Programma Integrato di Valorizzazione del patrimonio marittimo costiero della Sardegna”. Il manufatto oggi si trova in avanzato stato di degrado e richiede interventi di restauro.

