L’ex tabacchificio Farinia, costruito nel 1937 dalla Società Agricola Industriale Meridionale, consorzio formato nel 1935 dalla fusione tra la Società Agricola Industriale Salernitana e la Società Stabilimenti Riuniti Americani, si presenta come un edificio caratterizzato da due blocchi squadrati allungati, separati da un cancello di ingresso centrale. L’architettura dell’edificio riflette chiaramente l’influenza del periodo fascista, come evidenziato dalle linee, proporzioni e forme. Sul blocco di sinistra, si erge imponente la torre della direzione, sormontata dalla scritta “SAIM Azienda Farinia”. Lo stabilimento si articola nel lato sud in tre corpi di fabbrica di cui quello centrale articolato su due livelli. Al primo piano del corpo centrale si trovano gli uffici dell’azienda e l’appartamento del Direttore. Per collegare i due piani, è stata realizzata una scala elicoidale in calcestruzzo armato, che si estende all’interno della torre littoria a base rettangolare. La torre è caratterizzata sul prospetto principale da un lungo finestrone verticale in ferro e vetro. Tipico dell’architettura tra le due guerre, lo stabilimento è stato progettato e realizzato con annesso un villaggio con appartamenti per sedici famiglie di dipendenti, una canonica, una scuola rurale con abitazione per l’insegnante, un orfanotrofio, un refettorio, locali di ritrovo, molino e forni. Ricostruito dopo la distruzione bellica del 1943, rimase attivo fino agli anni Settanta. Il Farinia, tra i più importanti poli di lavorazione del tabacco in Europa, era sostanzialmente costituito da grandi capannoni che liofilizzavano e custodivano le foglie di tabacco, coltivate nei campi della Piana del Sele. Ogni essiccatoio ha ampia volumetria, con una superficie di circa 1.400 mq e un’altezza di 12 metri.