I Fabbricati annessi al Convento dei Servi di Maria sono situati nel nucleo di antica formazione di Melegnano, in un’area a rischio archeologico. Si tratta di due corpi di fabbrica costruiti sul confine del lotto, uniti senza soluzione di continuità a disegnare il fronte formato dall’incrocio delle vie San Martino e Piave. Gli edifici definiscono una corte di planimetria triangolare unita al lato est del Convento, la cui fondazione risale all’inizio del XVI secolo, e all’abside della Chiesa cinquecentesca di Santa Maria dei Servi.
La cartografia storica consente di datarne la realizzazione tra la seconda metà del XVIII secolo e la prima del XIX secolo. Nel Catasto Teresiano del 1722 l’area risultava edificata e parte integrante del Convento. Le attività religiose vennero soppresse nel 1810 e all’atto di alienazione del 1812 furono allegate una planimetria del piano terra e una dettagliata descrizione dei vari ambienti. L’area appariva chiusa da un muro di cinta ed era definita come “cortazza”, indizio della destinazione di tipo rurale, mentre verso l’attuale via San Martino erano presenti un “portico ad uso legnaia chiuso da un muro verso la cortazza”, e la “porta grande verso la contrada San Giorgio munita di due ante in opera” verosimilmente identificabile con l’arco esistente. Nel catasto del 1855 la corte era disegnata con una configurazione sostanzialmente coincidente con quella attuale. I fabbricati rustici, depositi e fienili, si attestavano verso l’attuale via Piave, mentre il portico preesistente, in parte ancora leggibile nella scansione dei pilastri in leggero rilievo, venne trasformato in alloggi secondo il tradizionale schema tipologico con scala esterna. La diversità delle destinazioni d’uso interne si riflette sull’impaginato dei prospetti: il lato corrispondente agli ex rustici è quasi interamente cieco, mentre le abitazioni sono caratterizzate da un disegno regolare ad aperture allineate che conserva in una porzione del piano terra tre portali ad arco con spalle in granito a vista, chiusi da ante in legno e inferriata nella lunetta. Sempre al piano terra è inserita una piccola edicola votiva dal profilo mistilineo.
Ad oggi i fabbricati sono in condizioni di conservazione precarie. Nonostante le trasformazioni interne ed alcune recenti aggiunte, conservano l’impianto a corte ottocentesco e il significato di testimonianza dell’integrazione delle attività rurali con quelle conventuali.