Il compendio è sito in comune di Ariano nel Polesine, località Bacucco, ed era costruito in funzione degli interventi di controllo e manutenzione costante delle opere idrauliche derivanti dalla bonifica della pianura polesana. Da progetto prevedeva un’opera idraulica e l’abitazione del sorvegliante (convertita a destinazione commerciale), con un fabbricato ed un magazzino per il ricovero degli attrezzi.
Il fabbricato è a due piani fuori terra in muratura con una superficie coperta di 465 mq circa e occupa un’area scoperta in parte recintata di circa 1.374,85 mq. Consta di un corpo principale e di pertinenze (tettoie chiuse con vetrate in alluminio), la pianta rettangolare a due piani fuori terra con copertura a tetto. I muri sono in mattoni pieni intonacati internamente con malta normale ed esternamente a faccia vista. Il tetto è a due falde, con manto di copertura in coppi. I pavimenti sono prevalentemente in piastrelle di diverso tipo a causa di interventi susseguitisi negli anni in maniera non organica; pareti e soffitti sono tinteggiati. I serramenti interni sono in parte in alluminio preverniciato ed in parte in legno. I serramenti esterni sono in parte in alluminio anodizzato ed in parte in legno. Gli scuri sono in legno. Gli impianti elettrici, idraulici e di riscaldamento sono stati disattivati. L’edificio si presenta in abbandono e privo di dispositivi di sicurezza che ne impediscano l’accesso all’interno. Le finiture e i controsoffitti sono fortemente degradati, frequente la presenza di guano.
La chiavica è invece in uno stato di degrado avanzato. La chiavica emissaria è una costruzione idraulica in muratura che interrompe gli argini di un fiume, creando un varco attraverso cui le acque di scolo provenienti dalle campagne si scaricano nel fiume in periodi di magra. Nei periodi di piena le paratoie della chiavica impediscono l’accesso delle acque fluviali alle campagne contigue poste a quota inferiore al livello di piena. L’opera è costruita in muratura, con parti lapidee e in calcestruzzo. Si presenta diruta e parzialmente coperta dalla vegetazione infestante, con le strutture esposte a un degrado avanzato. Ne rimane un tronco lungo circa 20 m, largo 3,5 m e alto circa 2,5 m da terra. La struttura è ben riconoscibile per i suoi caratteri architettonici fondamentali. Si articola in tre porzioni voltate, corrispondenti a tre diverse paratie larghe circa 5 m ciascuna. Le separano dei setti murari larghi 1 m e lunghi circa 4,8 m. Rimangono cornici e chiavi di volta in pietra, gli elementi metallici – ormai arrugginiti – su cui si incardinavano le paratie e porzioni di tavole lignee.
Il fabbricato denominato “Chiavica emissaria” presenta interesse culturale in quanto, nonostante le manomissioni intervenute, costituisce interessante esempio di archeologia industriale di inizio XX secolo legata all’attività idraulica, che impreziosisce con dettagli decorativi un’architettura di carattere schiettamente funzionale, particolarmente significativa per il territorio del Polesine.