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DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO Ministero della Cultura

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Ferriere Vecchie

Ferriere Vecchie

Indirizzo: Strada Provinciale Teano - Roccamonfina

Comune: Teano

Provincia: Caserta

Regione: Campania
Architettura / Fabbrica

Le Ferriere Vecchie di Teano, conosciute anche con il nome di “Ferriere delle Gomite”, costituiscono un importante esempio di archeologia industriale legata all’industria metallurgica del Mezzogiorno d’Italia.
Situate lungo il corso del fiume Savone, sopravvivono, in forma di rudere, una ferriera ed una ramiera. Le due strutture furono costruite tra il 1830 e il 1845, nei primi anni del regno di Ferdinando II, in un periodo in cui il governo borbonico, attraverso politiche protezionistiche, incentivava la crescita industriale per farne un settore che rendesse il Regno Delle Due Sicilie economicamente indipendente dalle potenze europee. Committenti erano gli industriali Nicola e Bartolomeo Salvi, imprenditori già in possesso di alcune ferriere ad Atripalda, nella provincia di Avellino.
Come in altre parti del Mezzogiorno, la crescita di questi complessi industriali fu rapida ma subì una violenta battuta d’arresto quando, ai primi giorni del processo unitario, i fondi borbonici inizialmente stanziati per l’industria vennero usati per compensare le spese di guerra. Con la caduta dei Borbone e l’Unità d’Italia la crescita delle industrie meridionali si arrestò ed allo stesso tempo quelle presenti vennero abbandonate e ridotte ad un esiguo numero. Tutto ciò fu determinato dallo spostamento del baricentro dell’economia del nuovo stato al Nord, oltre che all’estensione al Mezzogiorno della tariffa doganale piemontese del 1859, all’abolizione del protezionismo con la riduzione dell’80% dei dazi protettivi e alla concorrenza estera. La medesima sorte toccò alle Fonderie del Savone, che vennero abbandonate in parte nel 1862 e definitivamente nel 1962. Attualmente i resti dei due stabilimenti sono completamente avvolti ed aggrediti dalla vegetazione.
L’elemento più interessante di questo complesso di archeologia industriale è senza dubbio l’opera di ingegneria idraulica che consentiva il funzionamento del sito. Si tratta di una diga, posta a monte dei fabbricati, che formava un bacino di carico, a cui faceva capo un canale che confluiva l’acqua direttamente nelle ferriere. L’acqua era utilizzata per innescare il meccanismo di produzione del vento con tromba idro-eolica attraverso una macchina che, con un sistema di compressione idraulica, produceva un soffio d’aria necessario per alimentare il fuoco nei forni. Era possibile inoltre, quando il livello d’acqua era insufficiente, farlo salire tramite due chiuse.

Proprietà: Privata
Regime tutela: Provvedimento Espresso
Dettaglio provvedimento: D.M. n. 404 del 03/08/1990
Stato di conservazione: Rudere
Ambito cronologico secolo: XIX secolo
Immagine relativa a Ferriere Vecchie