Su progetto del 1892 di Erminio Ferraris (1852-1928), entra in esercizio nel 1895. Specificatamente pensata per valorizzare i minerali misti piombiferi di terza qualità prodotti in coda alle laverie Vittorio Emanuele, Calamine e Mameli, sino ad allora non commerciabili e perciò immobilizzati a discarica. Nella Fonderia venivano prodotti piombo dolce termico, argento fino, mercurio metallico, ossidi di piombo, solfato di rame, rame nero, piombo antimoniale.
Realizzata a ridosso del pozzo Vittorio Emanuele, sul cui versante orientale si organizzò la zona di preparazione delle cariche, la desolforazione, l’agglomerazione; al piano sottostante vennero dispiegati i forni a vento, i forni a riverbero, i convertitori; al piano ancora inferiore le caldaie di liquazione, la colata piombo, le coppelle; i trasferimenti dei materiali tra i diversi livelli furono realizzati a mezzo di elevatori a trazione elettrica capaci di ospitare vagoni e cassoni. I trasporti orizzontali avvennero sia su binario al piano in cui poter far transitare vagoni o carrelli porta siviere-campane, che a mezzo di monorotaia sospesa per gli spostamenti aerei e di paranchi a catena, in entrambi i casi a trazione manuale. Il piombo dolce veniva colato in modelli da 50 Kg riportanti la dicitura “Monteponi”, mentre la scoria spillata ad intervalli regolari entro campane poi avviate al raffreddamento. A raffreddamento completato la massa veniva frantumata manualmente in pezzatura pluridecimetrica ed avviata a discarica con convoglio rotabile a trazione elettrica. Tutte le sezioni d’impianto sono contenute entro struttura in muratura di pietrame e solo limitatamente si ritrova utilizzato il CLS e la muratura in mattone pieno; nel perimetro sono presenti ampie vetrate oramai distrutte; il piano (ai diversi livelli) venne rivestito con piastrelloni in ghisa 50×50 cm, di spessore 4 cm, oramai quasi del tutto asportati; le coperture vennero realizzate in lamiera ondulata zincata ancorata ad orditura metallica, in svariate falde; solo in alcune porzioni è stata utilizzata la copertura in lastre di CA. A seguito di un intervento messo in atto dal Comune di Iglesias a valere sul POR Sardegna si è proceduto allo smantellamento e allontanamento di tutte le coperture: dal 2010 l’intera area è stata così privata di protezione dagli agenti atmosferici, con grave danno delle murature perimetrali, dei solai intermedi, dei piani di calpestio, delle apparecchiature relitte.

