Il forte di Ceraino, inizialmente chiamato forte Hlawaty, è una fortezza edificata dagli austriaci tra il 1850 e il 1851, che sorge nel territorio del comune di Dolcè sulla riva sinistra del fiume Adige. L’edificio fu intitolato al luogotenente feldmaresciallo Johann von Hlawaty a riconoscimento delle sue opere di architettura militare. La costruzione serviva per creare uno sbarramento verso la strada del Bennero e lo sbocco della Vallagarina.
Al termine della Terza guerra d’Indipendenza nel 1866, con l’annessione del Veneto al Regno d’Italia, il forte passò di mano al Regio Esercito che lo ammodernò nel 1884 e si adoperò per invertire il tiro dell’artiglieria. Da questo momento assunse il nome di Forte di Ceraino.
Venne poi utilizzato come deposito di munizioni ed in seguito dismesso. Utilizzato negli ultimi anni dal corpo forestale, oggi versa in uno stato di abbandono che minaccia il suo discreto stato di conservazione.
Il forte si trova ad un’altezza di 236 metri s.l.m. ed è posto su un pianoro a dominio della valle dell’Adige. Era ed è tuttora raggiungibile, in circa 30 minuti, mediante una stretta strada militare che parte dalla frazione di Ceraino e che lo collega poi al Forte di Monte.
La sua costruzione è stata vincolata dalle asperità rocciose, che lo hanno portato ad avere una pianta irregolare. L’edificio è stato costruito interamente in pietra di rosso ammonitico locale. La parte principale consiste in una batteria centrale costituita da una casamatta diretta verso la valle dell’Adige, con otto feritoie per l’artiglieria. Al fianco troviamo un muro che collega due parti distinte, provvisto di feritoie. Le due parti sono costituite da due casematte, una a nord che punta la zona nord-ovest con cinque feritoie e una a sud che presenta due feritoie rivolte verso ovest.
All’esterno è dotato di una recinzione che protegge le cannoniere, con uno strato di terra spesso oltre due metri. Inoltre il forte è circondato da un fossato, largo circa tre metri e profondo altrettanti, che si stringe verso la parte della roccia. All’entrata è presente un ponte levatoio.
All’interno troviamo un cortile con grandi cisterne per l’acqua piovana con ingegnosi sistemi di canalizzazione. Gli interni sono ben progettati e presentano varie stanze di diverso utilizzo: cannoniere, scale interne e corridoi, magazzini, stanze per gli ufficiali, ecc.
Attualmente l’edificio versa in stato di abbandono.