Il forte di Vigliena, edificio storico della città di Napoli riconosciuto quale monumento nazionale, si erge, con esigui resti, nell’area prossima al mare del quartiere di San Giovanni a Teduccio. La costruzione è databile tra il 1702 ed il 1706, ad opera del viceré Juan Manuel Fernández Pacheco, marchese di Villena, da cui prese il nome. Costruito con lo scopo di assicurare la difesa del porto di Napoli con i suoi cannoni, il fortino venne usato durante il Regno delle Due Sicilie anche per l’istruzione alla pratica di artiglieria dei cadetti della Reale Accademia Militare della Nunziatella.
Esso svettava per soli sei metri per resistere al tiro nemico via mare, e si articola con una planimetria pentagonale, un tempo circondata da un fossato largo nove metri e profondo cinque. L’accesso era garantito da un rivellino triangolare dotato di parapetto e fuciliera di guardia. Tale configurazione serviva anche per predisporre degli attacchi di sorpresa contro eventuali invasori, che in tal modo avrebbero subito il tiro dei cannoni posti sui due lati frontali, oltre alle fucilate sparate dalle numerose feritoie disposte lungo le mura.
Nel cortile interno erano collocati un pozzo e una serie di casematte adibite a servizi accessori addossate lungo la parete, ciascuna dotata di scala che dava accesso al camminamento di ronda. Analogamente, dal cortile si poteva entrare nei bastioni dotati di tunnel sotterranei per il trasporto di polvere e munizioni. Ad esclusione della cornice in pietra vesuviana che coronava la cortina compresa tra i due bastioni laterali, la fortezza era completamente costruita in blocchi di tufo giallo. Nel 1742 fu aggiunta una rampa più ampia di accesso al piano di ronda.
La fortezza, di grande interesse socio-politico-culturale, una volta venuto meno il ruolo difensivo cadde in disuso e con l’abbandono si successero diversi interventi abusivi. Nel 1981, tuttavia, per iniziativa di alcuni parlamentari quali Imbriani e Pasquale Villari, il forte fu proclamato “monumento nazionale” e sottoposto a restauro, sebbene le condizioni attuali non siano ottimali. Infatti, in seguito al restauro avvenuto nel 1981, il forte è stato nuovamente lasciato all’abbandono. Oggi la struttura risulta completamente in disuso, con vegetazione infestante che ne impedisce l’accesso a tutti gli spazi coperti e al cortile. L’unico ambiente ispezionabile è il magazzino, dove si rilevano problematiche strutturali della volta e patologie superficiali del tufo facciavista.