COMUNE DI IGLESIAS – OFFICINA PER LO ZINCO ELETTROLITICO (1926÷1983)
La scoperta, nel 1909, dell’imponente giacimento di Calamina Ferruginosa (miscela compenetrata di Smithsonite e Goethite) presso la miniera Campo Pisano, pose immediatamente il problema di come valorizzare efficacemente tale materiale; risultando di assai scarsa efficacia l’applicazione delle tradizionali tecniche di trattamento gravimetrico e termico in forni tipo Oxland, già peraltro attive da tempo a Campo Pisano, fu convinzione del Ferraris e del Sartori procedere alla sperimentazione di un processo idrometallurgico con al cuore l’elettrolisi dello zinco; allo scopo venne realizzato un impianto sperimentale presso la Fonderia Zinco di Vado Ligure e, con l’ausilio del Cambi, un impianto alla piccola scala industriale a San Dalmazzo di Tenda. Sulla scorta delle favorevoli sperimentazioni, nel 1926 si poté mettere in marcia l’impianto di Monteponi; questo si componeva di:
- reparto essicazione (in forno tubolare);
- reparto frantumazione, macinazione a secco e a umido;
- reparto lisciviazione (in tine Pachuca);
- reparto separazione ganga (in classificatori a rastrelli, Dorr, filtrazione su filtri a vuoto Oliver);
- reparto depurazione elettrolita (in tine Pachuca);
- reparto elettrolisi (celle di elettrolisi, in legno rivestito con lastre in piombo, portanti anodi di piombo e catodi in alluminio);
- reparto fusione depositi catodici e colata (in forno elettrico ed a olio pesante);
- reparto cadmio (con raffinazione);
Nel suo complesso l’impianto venne organizzato su più livelli di lavoro tra le quote 190 metri s.l.m. e 206 estendendosi nella sua interezza per circa 3.500 m2: per la sua edificazione venne completamente demolita la vecchia laveria Vittorio Emanuele. I trasporti verticali tra i vari piani furono organizzati con elevatori a tazze e elevatori a cabina in grado di contenere vagoni o cassoni; quelli orizzontali su binario in cui scorrevano vagoni a trazione manuale: il Fango Rosso Goethitico di risulta dal processo veniva trasferito dall’area filtrazione a mezzo di convoglio rotabile a trazione elettrica e messo a dimora in discarica. Tutti i reparti sono alloggiati entro fabbricati realizzati con pilastrature in CLS legate da capriate a due spiovenze sempre in CLS prefabbricate, gettate in opera sul posto (ditta Mantelli & Corbella, Genova). Sulle capriate poggia la copertura in manto continuo di CLS, che si interrompe ai lati del colmo; in questo punto si elevano dalla copertura dei pilastrini che reggono una seconda copertura in CLS sempre a due pendenze: il tutto per garantire una ventilazione sufficiente a smaltire vapori e alte temperature. Le tamponature perimetrali sono state eseguite in mattone pieno e blocchi di cemento, in cui inserite ampie vetrate finestrate. La tecnologia del processo è basata sull’attacco della Calamina Ferruginosa finemente macinata con soluzione di H2SO4; lo Zinco contenuto viene così portato in soluzione in forma di ZnSO4, su cui eseguita l’elettrolisi. La reazione di attacco è esotermica, ed esotermica (per effetto Joule e sovratensioni) è pure la reazione in sede di elettrolisi; tale esotermia provocava forti perdite di H2SO4 per evaporazione, liberando verso l’alto vapori di SO3; nelle parti alte dei fabbricati questa ricondensava in forma di H2SO4 compromettendo pesantemente l’integrità delle strutture: gran parte delle coperture, delle capriate e delle pilastrature oggi si trovano in evidente stato di crollo.

