La statua marmorea del Duca di Girifalco, Fabrizio Caracciolo, attualmente posta all’ingresso dell’ex Palazzo Ducale, è un’opera di particolare importanza in quanto tra le poche sculture celebrative barocche esistenti in Calabria. La statua fa parte di un monumento funebre per la chiesa dei Frati Minori Riformati di Girifalco annessa al convento di Sant’Antonio fondato nel 1635. Del monumento rimane solo la statua che riporta alla base le iniziali dell’autore B.M. Bartolomeo Mori, marmoraro e scultore napoletano della scuola del Fanzago, e la data 1669. Non è possibile stabilire con certezza in quale punto della chiesa era posto il monumento né come fosse la struttura marmorea. E’certo però che la statua non fosse l’unico elemento della sepoltura che doveva presentare un impianto monumentale, come altri esempi napoletani. Dopo l’Unità d’Italia, la conversione dell’intero complesso conventuale in ospedale psichiatrico ha determinato la cancellazione di ogni segno dell’antica chiesa che appare oggi difficilmente riconoscibile. In questa occasione la statua è stata collocata nell’atrio dell’ospedale, non ancora mutilata di un braccio e del naso e solo successivamente nel luogo odierno. Malgrado lo stato di conservazione pessimo, la statua presenta caratteri riconducibili al filone della scultura funeraria e celebrativa napoletana. La posizione delle gambe, la mano sinistra sul fianco, il voluminoso mantello che cade dalle spalle con una serie di pieghe, per poi ridiscendere sul retro e assecondare la forma del corpo sottolineano la fiera dignità del signore, che manifesta la sua posizione sociale, senza nascondere lo sguardo intenso già proiettato in una dimensione ultraterrena, nonostante la grossezza pronunciata del ventre e la prosperosa postura sembrino essere lontane dal pensiero del trapasso.
