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DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO Ministero della Cultura

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LAVERIA CHESSA, MINIERA DI NEBIDA

LAVERIA CHESSA, MINIERA DI NEBIDA

Indirizzo: NEBIDA, IGLESIAS

Comune: Iglesias

Provincia: Sud Sardegna

Regione: Sardegna
Complessi archeologici / Miniera

La laveria idrogravimetrica “Chessa” si trova ubicata all’interno del territorio della concessione mineraria di Nebida. Comunemente chiamata “Carroccia” dagli abitanti della Frazione di Nebida, venne costruita a partire dal 1882 per essere terminata l’anno successivo, secondo la classica tipologia di edificio a gradoni (per ospitare il processo produttivo che necessitava di acqua in caduta). L’edificio venne costruito alle porte dell’allora nascente centro abitato di Nebida lungo la strada principale Fontanamare-Masua, sul versante est del colle Punta sa Gruttixedda (successivamente chiamato del Mulino a vento). In ragione del processo produttivo per il quale fu costruita, ossia quello idrogravimetrico, per il suo approvvigionamento idrico fu costruito, l’anno precedente, un grande bacino della capacità iniziale di 10.000 metri cubi che avrebbe dovuto sfruttare un impianto di pompaggio mosso da un mulino a vento e ubicato nella collina adiacente (Punta Gruttixedda). I macchinari necessari al suo funzionamento furono fatti arrivare dal Belgio e si resero disponibili solamente nel 1885, consentendo di mettere in marcia l’impianto anche se la società concessionaria non si trovava in possesso delle autorizzazioni necessarie. Tuttavia L’Ing. Giorgio Asproni, direttore della miniera in quel periodo, avviò i lavori di trattamento del minerale nella laveria per poi chiederne successivamente, in data 2 marzo 1887, il permesso alla Prefettura della Provincia, che diede parere favorevole il 3 giugno 1887.

Il funzionamento schematico, relativo al primo periodo della sua attività, è quello illustrato nelle “Riviste del Servizio Minerario” dell’anno 1887, che riporta due sezioni: una per le rocce (con il frantoio in sequenza dopo lo sfangatore) e una per le terre. Nel 1888 la laveria venne modificata, allo scopo di trattare le terre calaminari, mediante l’aggiunta di un terzo classificatore ed una serie di crivelli continui del Bleiberg, mentre tre anni dopo si installarono un forno rotativo ed un nuovo forno a tino, evitando quindi il trasporto della calamina a Fontanamare.

Aumentando di continuo le produzioni, fu necessario adeguare ulteriormente i macchinari, aumentando il numero dei crivelli e costruendo un secondo forno Oxland e due forni a tino. I trasporti all’esterno vennero sistemati mediante la costruzione di ferrovie e di un piano inclinato (quello che dal colle Carroccia scende verso il piazzale Chessa). Con l’ultimazione e la messa in marcia della nuova laveria Lamarmora (nel 1897), quella Chessa venne smantellata e trasformata in piccola fonderia per la produzione di pezzi di ricambio per i crivelli meccanici. La sua attività durò dodici anni e venne sostituita unicamente per la sua inadeguatezza al trattamento di quantità di minerale sempre maggiori e richiedenti la migliore tecnologia disponibile. Attualmente è ridotta allo stato di rudere con il pericolo di crolli, invasa dalla vegetazione spontanea, priva della copertura e, nel suo livello inferiore, parzialmente crollata per incuria ed in parte precedentemente smantellata per far posto alla costruzione di un campo di calcio (costruito sull’area del piazzale Chessa).

In quest’ultimo piazzale, vero centro di ogni attività secondaria della miniera di Nebida fino alla costruzione della Laveria Lamarmora, si trovavano anche la falegnameria e l’officina meccanica, alcuni magazzini ed un piccolo laboratorio per le analisi chimiche.

Proprietà: Pubblica
Regime tutela: Tutela Ope Legis
Stato di conservazione: Rudere
Ambito cronologico secolo: da XIX sec a XX sec.
Immagine relativa a LAVERIA CHESSA, MINIERA DI NEBIDA
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