COMUNE DI IGLESIAS – LAVERIA MINIERA DI MALACALZETTA (1872÷1986)
Malacalzetta è uno dei borghi minerari più belli della Sardegna, che a seguito della chiusura definita dei suoi cantieri minerari, versa in un triste stato di abbandono.
Resta tuttavia il fascino degli antichi edifici ridotti a ruderi, e dai quali si percepisce ancora la vitalità e il fermento che animavano l’intero villaggio.
Storie di vita quotidiana e modi di vivere si intrecciavano con le giornate lavorative scandite dal costante frastuono proveniente dagli impianti meccanici della laveria; a Malacalzetta, la semplicità delle abitazioni conviveva con la complessità degli edifici funzionali all’attività estrattiva.
Ciò che per primo cattura l’attenzione per le sue colossali dimensioni è proprio la bellissima laveria, oggi occupata da un imponente alberi di fico, che sembrano sfidare la struttura ad una gara di resistenza e gravità.
La storia moderna della miniera di Malacalzetta ha inizio quando, dopo la sua ufficiale dichiarazione di scoperta, fu affidata in concessione alla Società Anonima di Montesano nel settembre del 1872, per la coltivazione di piombo e di zinco.
Tuttavia, fu dopo il 1880, con la United Mines Company, che la separazione del minerale con crivelli venne sostituita con un più celere processo gravimetrico, installato all’interno di un primo edificio realizzato con pietra e malta di calce.
Dai primi anni del 900, al passaggio con la Pertusola Limited, presieduta da Lord Thomas Alnutt, visconte di Brassey, iniziarono degli importanti lavori di implementazione e modernizzazione nei cantieri minerari, e una nuova ferrovia decauville fu realizzata per il trasporto del <em>toutvenant</em> proveniente dalla vicina miniera di Arenas.
La Pertusola, fortemente orientata all’innovazione, apportò sino al 1969, importanti modifiche alla laveria che vide la sua struttura crescere su più livelli e terrazzamenti, sino a raggiungere le dimensioni attuali.
L’intero edificio è un labirinto di aperture con archi ribassati oppure a tutto sesto, le pareti murarie interne, intervallate da ampi finestroni, suddividevano la laveria in vari ambienti, ognuno funzionale alle diverse fasi di arricchimento; si partiva dalle prime frantumazioni, alla macinazione, alla separazione dei minerali in celle di flottazione.
Si intravedono ancora delle eleganti le cornici sulle facciate esterne che evidenziano una certa sensibilità estetica e il pregio decorativo di un edificio industriale.
La Pertusola gestì l’attività mineraria di Malacalzetta sino al 1969, e in seguito la miniera passò ad altre gestioni sino alla sua definitiva chiusura, avvenuta nel 1986.
Da allora il borgo ha iniziato a spopolarsi e le famiglie migrarono verso altri paesi limitrofi, decretando lo stato di abbandono delle abitazioni e di tutto il complesso minerario.

