La scoperta (1934) di un imponente giacimento di solfuri misti, pirite-blenda, presso la miniera Campo Pisano, porta alla realizzazione di un nuovo impianto di trattamento seconda la tecnica, in quegli anni messa a punto negli Stati Uniti, della flottazione selettiva. I grezzi estratti attraverso i pozzi N° 1 e 2 vengono inviati alle tramogge di testa dell’impianto, quindi in alimentazione alle fasi di frantumazione (in frantoio a cono oscillante), macinazione (ad umido, in mulini a sfere), flottazione selettiva (flottazione blenda e successiva flottazione pirite), addensamento e filtrazione dei concentrati (in filtri a tamburo sotto vuoto e a dischi); i flottati verranno inviati a mezzo teleferica al deposito coperto presso lo scalo ferroviario, e con convogli rotabili agli impianti di Monteponi o al porto di Portovesme. Annesso all’impianto venne attivato il Laboratorio Trattamento dei Minerali, in cui realizzate tutte le prove di trattamento alla scala pilota dei minerali prodotti dalla Monteponi; questa fase di studio risulterà infatti indispensabile al continuo miglioramento dei processi industriali. L’impianto venne edificato con pilastri portanti in CLS, tamponature in mattone cavo, coperture in lastre ondulate di metallo e parte in manto continuo in CLS. Verrà dismesso nel 1964, quando trasferite tutte le lavorazioni al contermine impianto centralizzato “Sartori”.

