La Valle dei Mulini di Amalfi si inserisce all’interno di un complesso sistema, tipico dell’attività proto-industriale della Costiera Amalfitana, basato su un utilizzo ingegnoso dei corsi d’acqua. Infatti, sono numerose le valli fluviali, per tratti ancora incontaminate e che,ad oggi, sono disseminate da opifici dismessi. Si tratta di testimonianze preziose, portatrici di valori materiali e immateriali di una perfetta simbiosi tra opera dell’uomo e opera della natura. Secondo un ciclo integrato l’acqua veniva utilizzata per attivare i macchinari degli opifici, per poi scendere a valle e irrigare i limoneti. I complessi sistemi di captazione e gestione dell’acqua dei torrenti sono da sempre alla base delle attività proto-industriali e agricole della Costiera amalfitana. Nel corso del Medioevo ad Amalfi sorgono i mulini ad acqua per la produzione della farina, essenziale per l’alimentazione. A partire dal XIII secolo i mulini vengono sostituiti dalle cartiere per la realizzazione della carta per la quale Amalfi è ancora famosa in tutto il mondo. Inizialmente la produzione avveniva a mano, come è ancora possibile vedere oggi presso il Museo della carta, ospitato all’interno della Cartiera Milano (XIII sec.) e che conserva gli antichi macchinari, restaurati e resi funzionanti. Verso la fine del XVIII secolo si assiste al passaggio dalla produzione a mano a quella meccanizzata con l’uso della macchina continua. L’attività produttiva prosegue fino al dopoguerra, periodo in cui si assiste al progressivo abbandono delle attività e, di conseguenza, degli opifici. Oggi le strutture si presentano, per la maggior parte, sotto forma di rudere e non sono accessibili. La valle, con il suo microclima, conserva specie vegetali e animali di epoche lontane che, unite ai ruderi delle industrie abbandonate, costituiscono un esempio unico in termini di valori paesaggistici e culturali.