Le grotticelle funerarie di tipo siculo sono scavate sul fianco della parete di roccia arenaria, sotto la strada litoranea Ionica, a nord dell’abitato di Soverato. Prospiciente a questo sito è ubicata l’antica cava di macine che si sviluppa sulla costa verso nord.
La necropoli è stata documentata per la prima volta nel 1926. Il sito era molto più esteso, ma i lavori della ferrovia prima e della strada provinciale (ex SP 106) dopo, lo ridussero sensibilmente.
Le sepolture rimaste e fruibili sono raggruppate in un modesto spazio e visibili dal mare o dal sentiero che parte dal ponticello della ferrovia; si presentano a calotta, di piccola proporzione e alcune conservano dei loculi.
Le costruzioni funerarie si devono attribuire ad un popolo comunemente denominato Siculo, di stirpe mediterranea, venuto dall’Africa in tempi differenti e sbarcato pure in luoghi diversi, dove si adattò alle condizioni naturali dei luoghi per progredire poi secondo le relazioni che con altri gruppi umani si resero possibili. I Siculi posero le basi delle prime comunità sedentarie e diedero i nomi a luoghi, monti, fiumi, ecc. Le loro tombe, in tutti i luoghi, furono cavate nella roccia, sopra o sotto il suolo, a guisa di grotticelle, che venivano poi chiuse con un grande e pesante lastrone lapideo.
La tomba primitiva, destinata a ricevere uno o più corpi di trapassati, presto divenne insufficiente ad accogliere tutti i defunti della famiglia, per cui le nuove grotticelle, come la casa, si allargarono, prendendo forme più grandi e diverse, quadrate, rettangolari ed anche trapezio. La grotta sepolcrale divenne, col tempo, insufficiente ai bisogni della famiglia. Tutto intorno alle pareti della grande cella e un po’ più in alto del piano, furono scavate certe nicchicelle a forma di larghe e profonde scodelle, destinate a sepolcri di bambini e a deposito delle esuberanti ossa dei defunti in precedenza sepolti.
La necropoli, piccola ma suggestiva nel suo insieme, si affaccia sulla baia di Soverato, ed è visitabile da vicino seguendo il sentiero che si snoda nei pressi del ponticello ferroviario e che è stato creato nel 2007 dal Gruppo archeologico Paolo Orsi, in accordo col Comune di Soverato e la collaborazione del Consorzio di Bonifica.