Il toponimo Linea Cadorna individua sinteticamente il sistema di fortificazioni che il Generale Cadorna, originario di Pallanza e Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano, fece costruire lungo tutto il confine italo-svizzero tra l’estate del 1915 e la primavera del 1918, durante la prima guerra mondiale. Era allora vivo il timore che le truppe austro-tedesche potessero aggirare le linee italiane transitando per la neutrale Svizzera e penetrando in Italia attraverso i valichi delle Alpi centrali.
Tecnicamente definita come “linea di difesa alla frontiera nord”, la Linea Cadorna si sviluppa dalla Val d’Ossola fino alla cresta delle Alpi Orobie attraverso le alture a sud del lago di Lugano. Le fortificazioni furono costruite con il lavoro di circa 20.000 persone e – a livello locale – ebbero allora un impatto positivo, da un lato migliorando e ampliando la rete delle mulattiere di collegamento tra gli alpeggi, e dall’altro creando occasioni di lavoro per la popolazione: nacquero infatti imprese per lavori edilizi, crebbe l’attività estrattiva e fu impiegata anche manodopera femminile per il trasporto dei viveri e dei rifornimenti ai militari e agli operai al lavoro in montagna. Un documento del 6 giugno 1913, probabilmente propedeutico alla costruzione dell’opera, ne dà le dimensioni in termini di manodopera impiegata e ricadute sull’indotto: “Ad Ornavasso possono essere alloggiati 400 uomini e quadrupedi con “paglia e terra” nei locali pubblici, 50 uomini e 25 quadrupedi nei locali privati; esistono 100 forni di cui 4 lavorano quotidianamente 300 kg di pane, ci sono 6 mulini a forza d’acqua, 30 fontane con una capacità di 300 litri al minuto e 20 pozzi”. Lungo la strada militare, che sale con pendenza costante, s’incontrano trincee, casematte, gallerie e postazioni per mitragliatrici (realizzate con pietra a spacco, cemento armato o roccia), fino ad arrivare al “Forte di Bara”, situato 408 metri sopra la Punta di Migiandone, che costituisce la postazione fortificata principale della linea Massone – piana del Toce. Alcuni tunnel scavati nella roccia collegano la mulattiera di servizio e il forte alle trincee. Una strada di accesso camionabile è stata costruita dal genio militare nel 1913 e va dalla chiesa della “Madonna della Guardia” di Ornavasso fino al confine di Migiandone. Nonostante l’imponenza e l’ipotizzata importanza strategica del sistema di fortificazioni, la Linea Cadorna non fu mai utilizzata e fu quindi abbandonata.