Il complesso si situa ai margini del centro storico, su Via Vittorio Emanuele, asse portante dello sviluppo urbano compreso entro le due cerchia di mura. L’area intramoenia ha visto un periodo di urbanizzazione tra Cinquecento e Seicento, consolidando la trasformazione del centro urbano intorno la metà del XIX secolo, in una fase di espansione degli opifici industriali e delle palazzine padronali, tra le quali, di proprietà della famiglia Tabasso. I primi impianti dell’Ex Opificio risalgono infatti ad una fase tra il 1884 e il 1910, alla quale appartiene il nucleo di edifici più antichi, compresa la ciminiera. Nel 1886 avvenne la fondazione Cotonificio Felice Tabasso presso la Porta Torino; il complesso in seguito subì diversi ampliamenti nel corso degli anni: nel 1910 viene costruito corpo con ciminiera e si da avvio al processo di elettrificazione; nel 1954 avviene il progetto di risistemazione del complesso in cui è prevista la dismissione da parte del Comune dei vicoli Pozzo della Mina e Bastioni della Mina per consentire l’ampliamento dello stabilimento, quadruplicando la superficie produttiva e costruendo una nuova palazzina per gli uffici e per rappresentanza commerciale. Nello stabilimento infatti si compiva l’intero processo produttivo della tessitura.
L’opificio con la ciminiera in mattoni a vista spicca le altre costruzioni a un impianto semplice di forma rettangolare a due piani fuori terra è intonacato e tinteggiato di bianco e le aperture rettangolari strette e alte sono allineate su due fronti liberi. Il progetto di ampliamento venne redatto dall’ing. Norzi per la parte strutturale e dell’arch. Solaro per quella architettonica con lo sbancamento di 10 tonnellate di terra. In seguito alla contrazione della produzione negli anni 80, nel 1993 avvenne la chiusura dell’attività, e nel 1999 il complesso divenne di proprietà del comune di Chieri. I fabbricati di interesse corrispondono alla palazzina all’angolo tra Vittorio Emanuele II e vicolo del Pozzo della Mina e due fabbricati ad essa adiacenti e l’opificio di inizio Novecento con l’alta ciminiera. Il complesso riveste interesse nell’ambito di Chieri in quanto esempio di archeologia industriale di fine Ottocento a cui risultano annessi edifici di natura residenziale occupati dai dipendenti stessi della manifattura.
