Trattasi di fabbricato a destinazione mista (agricola e civile abitazione) composto da piano-cantina, piano terra, primo e secondo piano oltre la torretta belvedere ed il suppennato parziale. Il vasto piano cantina (cellaio) era destinato alle attività agricole connesse alla coltivazione dei fondi circostanti. Il piano terra, aveva diverse destinazioni, con locali-deposito per le scorte e macchine agricole ed abitazioni. Il primo piano era occupato da abitazioni padronali, con ampi saloni e balconata centrale; mentre, il secondo piano aveva locali per la conservazione delle derrate. Il suppennato era adibito all’essiccazione del grano e mais. Il terzo piano era caratterizzato da una torre-vedetta, posta in corrispondenza della scala centrale del fabbricato. Completavano il complesso la Cappella per i riti religiosi, le abitazioni dei rurali e le stalle.
La costruzione di Villa Rota risale ai primi decenni del Settecento, se ne trova la planimetria allegata all’atto di acquisto della vicina Villa Tufarelli del 1745. Successivamente, nell’anno 1775, il Duca di Noja, riporta e rappresenta la Villa Rota nelle mappe delle Ville Vesuviane, l’osservazione di questa fonte grafica fa emergere una sostanziale fedeltà dell’odierno edificio con il progetto originario.
Il complesso è a forma di doppia elle, l’ accesso dalla Via Rota è costituito da un ampio arco incassato tra due corpi di fabbrica semicircolari che generano uno slargo davanti alla cappella. L’arco reggeva un passaggio belvedere con balaustra centrale modellata da un’edicola arricchita da busti marmorei. Attraverso l’arco si passa nell’ampio cortile nel quale si affacciano i grandi balconi del piano nobile, uniti da una balconata pressoché continua.
Dal cortile sul lato nord si accede al giardino quadrato dalla ricca vegetazione. Le parti più pregevoli del complesso sono l’ingresso, la scala centrale ampia e luminosa che porta al primo piano e la balconata sul cortile. Il fabbricato ha struttura portante in muratura di pietrame vesuviano e tufo con solai a volte e solai piani, quest’ultimi realizzati con travi in legno e panconcelle. Il suppennato con copertura a tegole, era ordito su travi in legno sorretto da pilastri di muratura centrali. Oggi il bene versa in stato di abbandono.

